“E’ di attualità il tema della nomina del nuovo Direttore Sanitario dell’ASL AL. Presentiamo le nostre congratulazioni al neo nominato Dr. Federico Nardi, al quale auguriamo anche di esplicare il suo compito nel migliore dei modi e nell’interesse dell’Azienda Sanitaria.
Tuttavia ci spiace ricordare che l’attenzione dei media si era in precedenza indirizzata sulla presunta necessità che i sindaci dei comuni maggiori della provincia si “facessero valere” ognuno per la propria parte, in particolar modo riferita alla gestione del presidio ospedaliero cittadino, opponendo veti a soggetti non graditi che avrebbero potuto ostacolare gli sviluppi futuri delle strutture di riferimento.
In proposito non possiamo non sottolineare la necessità, determinata dal nostro ordinamento giuridico prima ancora che dalla politica, di esaminare attentamente la posizione dei sindaci.
Con riguardo al ruolo del Sindaco quale “autorità sanitaria locale” – oggetto in questi giorni confusi, di interpretazioni e valutazioni poco intonate alla norma e al buon senso – tentiamo di ripercorrere le varie fasi di formazione dell’attuale Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ricordando che, nel sistema attuale:
- i Comuni sono rappresentati dai rispettivi Sindaci all’interno di un organismo a livello provinciale, definito Conferenza dei Sindaci, con compiti prevalenti di indirizzo e di controllo sui piani di programmazione e pianificazione delle aziende, senza possibilità di interferenza diretta nell’attività gestionale di queste ultime
- la Conferenza dei Sindaci è l’organismo rappresentativo delle autonomie locali, con funzioni di indirizzo e controllo sull’attività socio-sanitaria e di partecipazione alla programmazione di detta attività
- l’importanza della Conferenza traspare, con nitore, già nella sua definizione, senza necessità di ulteriori chiarimenti
- la partecipazione alla programmazione sanitaria e le attività di controllo delle attività esecutive, in Provincia, non si realizza nelle sale dei numerosi municipi, ma (con una visione d’insieme, di sistema) in seno alla Conferenza dei Sindaci dell’ASL, strumento fondamentale in mano alle autonomie locali per esercitare una funzione attiva nella tutela della salute dei cittadini.
Se davvero tutte le forze politiche presenti sul territorio volessero dare un loro contributo fattivo, questo dovrebbe andare nella direzione di far funzionare la Conferenza in questione, in modo tale che la stessa possa assumere, rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni, il ruolo assegnatole dalla norma: i Sindaci cioè si devono riappropriare della funzione di rappresentanza della propria comunità partecipando attivamente alle attività previsionali a di rendicontazione dell’ASL, senza andare in ordine sparso, con azioni scoordinate, impulsive e spesso anche inefficaci.
Il Comune, infine, attraverso la Conferenza dei Sindaci dell’ASL prevista dal D.Lgs. n. 502/1992:
– partecipa alla programmazione delle attività sanitarie, anche a livello regionale
– esamina il bilancio pluriennale di previsione e quello di esercizio dell’ASL
– rimette alla Regione le osservazioni in merito ai bilanci
– verifica l’andamento generale dell’ASL
– partecipa, con risorse proprie ad aumentare i livelli di assistenza
E allora chiediamoci: perché l’operatività della conferenza dei sindaci dell’ASL AL sia abortita sul nascere, al momento della prima convocazione nel settembre 2019? Forse per espressa volontà di un partito politico che ha fatto in modo che mancasse il numero legale, preoccupato di una evidente diversità di maggioranze scaturite dopo le elezioni del 25 maggio? E allora? Cosa facciamo in termini propositivi per la “gestione” della sanità? Oppure si pensa che il concetto di sanità si individua semplicemente nella lotta tra città per avere l’ospedale più grande? I fatti hanno dimostrato che non è così.”
I Sindaci di Novi Ligure e Tortona, Gian Paolo Cabella e Federico Chiodi