Valmadonna, il quartiere residenziale alle porte di Alessandria più verde e dove le case sono le più belle, di solito ville, insomma una zona che è anche uno status symbol per gli alessandrini è scesa in piazza per dire No al nuovo biodigestore.
L’impianto è della Rgp Biometano s.r.l che ha già comprato i terreni da una manciata di residenti e dovrebbe “digerire” appunto reflui zootecnici, letame e scarti delle produzioni agricole. Il 50% del materiale sarebbe reflui e nella zona individuata non ci sono le condizioni ambientali: innanzitutto lo stato idrogeologico, ci sono torrenti, inoltre, le dolci colline e i declivi sono campi di pregio e non ultimo la zona fa già parte del Monferrato e quindi è patrimonio dell’Unesco. Il biodigestore comporterebbe un traffico pesante insopportabile per la viabilità già fortemente compromessa dal dissesto stradale. Le vie di accesso sono poche e verrebbero usate da camion e tir in comunione con i residenti che abitano appunto in Valmadonna. La zona negli ultimi tempi è stata anche oggetto di progetti per il ripopolamento faunistico e la preservazione della natura ma ciò che preoccupa più di tutto è la vicinanza del futuro impianto alle abitazioni. L’azienda che dovrebbe costruire l’impianto ha ammesso che il cattivo odore è inevitabile seppur non nocivo.
Il Comitato “No Biogas a Valmadonna” costituitosi per poter far sentire il proprio dissenso alla prossima Conferenza dei Servizi che si terrà l’11 marzo non ha intenzione di mollare. I componenti hanno protestato sotto il palazzo del Comune di Alessandria, hanno chiesto risposte, hanno, dalla politica, ricevuto solidarietà ma nessun impegno formale.
L’avv. Teresa Batista membro del Comitato è chiara “Se alla Conferenza dei Servizi, la nostra domanda non dovesse essere accolta, non abbiamo intenzione di fermarci, continueremo la protesta con sit-in e manifestazioni”. I pareri tecnici sono vincolanti per la realizzazione ma la politica ha il dovere di guidare le linee territoriali e le strategie per il bene dei propri cittadini. E la politica ha risposto con una mozione del Presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci e la Giunta ha di seguito deliberato il suo parere sfavorevole. Alla Conferenza dei Servizi, quindi, il Comitato siederà con un’arma in più.
Perché proprio Valmadonna per installare un impianto così impattante? Al di là del fatto che non esiste l’ impatto zero, si tratta di un impianto che anche soltanto da un punto di vista estetico non si ingloba con il paesaggio verde e rurale di pregio della zona. Sarebbe stato meglio individuare un’altra area lontana dalle abitazioni e inserita in un contesto diverso, industriale o comunque non residenziale e se guardiamo bene nella periferia ci sono tante zone “brutte” da utilizzare.