I pronostici su vincitori e vinti della ottantottesima edizione degli Academy Awards – gli Oscar 2016 – hanno colpito, come accade regolarmente ogni anno, nel segno.
Le ambite statuette – rispettivamente come miglior attore protagonista e regista per “The Revenant” (premiato anche nella sezione miglior fotografia) – sono state assegnate a Leonardo Di Caprio e a Alejandro González Iñárritu, mentre “Il caso Spotlight” ha vinto nelle categorie miglior film e migliore sceneggiatura originale.
Brie Larson è stata premiata come miglior attrice protagonista per “Room”, Alicia Vikander (“The Danish Girl”) e Mark Rylance (“Il ponte delle spie”) tra i non protagonisti.
L’Oscar come miglior film straniero è andato al film di László Nemes “Il figlio di Saul”, sulla tragedia dei campi di concentramento; miglior lungometraggio d’animazione è risultato “Inside Out”, prodotto dalla Pixar e diretto da Pete Docter.
Come ci si aspettava, Ennio Morricone ha vinto per la prima volta l’Oscar (dopo quello assegnato alla carriera) per la colonna sonora originale di “The hateful eight”, e nel corso della serata è stata ricordata un’altra eccellenza italiana, il regista Ettore Scola – scomparso lo scorso gennaio – la cui filmografia è molto conosciuta e apprezzata in America.
“Mad Max: Fury Road”, quarto capitolo del celebre action movie, ha fatto grande incetta di premi: miglior sonoro e montaggio sonoro, montaggio, scenografia, costumi, trucco e acconciature.
L’Oscar per i migliori effetti speciali è stato, invece, attribuito a “Ex Machina”, di Alex Garland.
Un monito di alta coscienza civile è arrivato dall’afroamericana Cheryl Boone Isaacs – presidente dell’Academy: «Gli Oscar celebrano i narratori che hanno avuto la possibilità di lavorare nel cinema, ma da questa opportunità deriva anche una responsabilità, i nostri pubblici sono vari e quindi anche la nostra offerta dovrebbe essere diversificata. Tutti quelli che hanno un ruolo a Hollywood dovrebbero contribuire al cambiamento. Il consiglio direttivo dell’Academy ha già dato il messaggio che l’inclusione serve a renderci tutti più forti. Ognuno di voi è un ambasciatore che può influenzare gli altri. Non basta stare seduti e annuire, bisogna agire».
Barbara Rossi