“ Non si può continuare ad inquinare perché qualcuno, prima, aveva inquinato. E’ una giustificazione che non può reggere. Ed è per questo che il Procuratore Generale della IV sezione penale della Corte di Cassazione Ferdinando Lignola ha chiesto ed ottenuto dal Collegio giudicante la conferma della condanne per i responsabili della Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria), già comminate in primo grado dalla Corte di Appello di Alessandria e successivamente dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino, il 20 giugno 2018″, ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica, parte civile nella lunga vicenda giudiziaria.
Si tratta di condanne tutto sommato lievi per i tre dirigenti ritenuti colpevoli, Giorgio Carimati, Giorgio Canti e Luigi Guarracino, 1 anno e 8 mesi con i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione, a cui si aggiungono anche tre assoluzioni e una prescrizione. “Condanne “risibili”-ha aggiunto Fulvio Aurora- rispetto alla gravità e alla enormità del reato commesso, “disastro ambientale colposo innominato per inquinamento delle acque”, quelle acque che venivano utilizzate a scopo alimentare dai cittadini e dagli stessi lavoratori della Solvay, in cui venivano sversate sostanze tossiche e cancerogene, come il cromo esavalente o il tetracloruro di carbonio”.
” Tuttavia- ha sottolineato Fulvio Aurora- questa sentenza rappresenta una pietra miliare e farà giurisprudenza, in quanto i responsabili dell’inquinamento e dell’avvelenamento delle acque di un territorio vastissimo, che arriva a lambire il comune di Alessandria, dovranno risarcire le parti civili e dovranno provvedere alla bonifica del sito, ex art. 300 D.Lgs. 152/06″. Dopo questa sentenza nessuno, senza ombra di dubbio, potrà più inquinare e avvelenare l’ambiente impunemente, mettendo in pericolo la salute dei cittadini”.
Durante l’udienza della Corte di Cassazione gli avvocati degli imputati, poi condannati, usando tutte le loro argomentazioni, con molta retorica, e con sottili sofismi, hanno cercato di sviare le responsabilità di chi difendevano. Non ci sono riusciti per la determinazione del Procuratore Generale Ferdinando Lignola e per le precise quanto argomentate parole dell’avvocata di parte civile Laura Mara, che rappresentava, oltre Medicina Democratica, anche altre parti civili, lavoratrici, lavoratori e cittadini che per decenni sono stati esposti con gravissimo rischio per la loro salute. Si deve considerare anche il lavoro di studio puntuale e motivato portato avanti dai consulenti di Medicina Democratica, in primis il dott. Luigi Mara.