Troppe aziende tagliate fuori dai finanziamenti: le graduatorie del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte frenano la crescita del settore primario. Nonostante la dotazione finanziaria del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) sia di oltre 1 miliardo e 90 milioni di Euro, mancano le risorse per i giovani e l’agroambiente. Le cifre parlano chiaro: su 4.490 domande presentate (cioè che avevano i requisiti previsti, pur in presenza di criteri estremamente penalizzanti) la Regione ne esclude 1.956. Il 43,6% di chi ha fatto domanda non otterrà i finanziamenti.
Per quanto riguarda alcune misure agroambientali, finalizzate a migliori tecniche di lavorazione, più rispettose dell’ambiente e del microclima, si arriva anche al 76% di domande escluse.
Confagricoltura Piemonte ha raccolto il malcontento e la protesta degli agricoltori e organizza una mobilitazione generale per venerdì 4 novembre a Torino. L’appuntamento è alle ore 10 in Corso Stati Uniti 21, dove ha sede l’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte. Una rappresentanza di agricoltori provenienti da tutte le province del Piemonte darà vita a una manifestazione che ha lo scopo di protestare contro il modo in cui è stato gestito finora il PSR 2014-2020: un vero fallimento, secondo l’organizzazione professionale agricola, perché si penalizzano le imprese, si limita fortemente il ricorso all’innovazione, si frena un processo virtuoso di crescita sostenibile nel rispetto dell’ambiente e si impedisce ai giovani di dedicarsi professionalmente all’agricoltura.
Nelle settimane scorse, e ancora di recente, Confagricoltura aveva denunciato l’inadeguatezza degli stanziamenti per le misure concernenti gli insediamenti dei giovani agricoltori e gli investimenti aziendali. Ora, con la pubblicazione delle graduatorie relative alle misure agroambientali la situazione si è ulteriormente aggravata: troppe aziende che hanno presentato domanda sono escluse. E’ arrivato il momento di protestare contro questa cattiva gestione dei fondi europei, contro i ritardi e la mancanza di una linea coerente di crescita per il settore primario italiano e piemontese.