Cosa vuol dire “burnout”?
Il termine nasce negli USAi e indica una sindrome del lavoratore esposto ad uno stress cronico e quotidiano, con conseguenze fisiche e psicologiche che si riversano sulla vita privata. La sintomatologia è molto vasta: il soggetto, infatti, può avere sintomi psicologici negativi (apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione) associati a problematiche fisiche (cefalea, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali).
Il burnout può colpire qualunque lavoratore, anche se coloro più esposti al rischio sono persone che svolgono professioni di aiuto e che gestiscono relazioni sociali. Non solo, quindi,medici, infermieri, psicologi, insegnanti, ma anche avvocati, manager, postali…
La sindrome è riconosciuta come “fenomeno occupazionale” dall’OMS dal maggio 2019, ma non ancora come condizione medica.
Le cause sono da ricercare nel forte divario tra le richieste dell’ambiente lavorativo e le risorse del lavoratore, divario che consuma l’energia e l’entusiasmo della persona. Il problema è quindi la relazione della persona con il contesto lavorativo nel quale opera.
Da qui è possibile capire e spiegare per quale motivo (e sempre più frequentemente) si parli anche di burnout universitario: se con questo termine, infatti, si identifica una situazione in cui non si riesce ad affrontare lo stress. Proprio la situazione tipica dei giovani studenti durante il percorso universitario, ancora di più dopo l’emergenza Covid. Molti studenti, infatti, vivono il così detto ‘blocco degli studi’, sperimentando spesso un burnout inconsapevole ma portatore di sofferenza psichica.
Anche qui le ragioni possono essere diverse: inconsapevolezza delle proprie scelte, fragilità, impossibilità di sapersi rialzare dalle difficoltà.
I dati sono preoccupanti perché risulta essere un malessere sempre più diffuso. Incrociando i dati Eurostat con quelli Istat (fascia 15-34 anni), il numero dei Neet in Italia supera i 3 milioni. E sarebbe importante aiutare studenti e lavoratori a superare il burnout , garantendo orari più flessibili e prestando più attenzione alla protezione del benessere psico-fisico, ricordando che siamo esseri umani e non macchine e ricreando dunque quel corretto equilibrio tra esigenze lavorative e momenti di svago e riposo.
Ludovica Italiano