In ambito regionale sono operative, da un paio d’anni, le squadre “WPIU” (dall’acronimo inglese Wolf Prevention Intervention Units) come previsto dal progetto LIFE Wolfalps per rispondere in modo efficace al bisogno di assistenza in caso di predazione sul bestiame da parte del lupo. Una di esse è intervenuta in seguito alla segnalazione di un attacco avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 maggio a Predosa (AL), ai danni di un vitello nato nel pomeriggio del giorno precedente, che è stato ucciso.
La risposta della WPIU, di cui fa parte personale tecnico e di vigilanza dell’Ente-Parco, come previsto dal protocollo, è stata di informare tempestivamente l’ASL di riferimento in modo che i veterinari potessero accertare se fosse o meno opera del lupo, consigliare l’allevatore sulle attività di prevenzione che dovrà adottare in futuro e posizionare una fototrappola per monitorare l’evolversi della situazione.
Tra le 21.30 dell’11 maggio e le 2.00 del giorno successivo l’occhio elettronico ha sorpreso due lupi (https://youtu.be/BXjfw902Xgo)
I lupi impiegano cinque ore a portare via i resti del vitello, cinque lunghe ore di diffidenza e di approcci durante le quali la coppia si scambia parecchi segnali affettuosi e complici. Anzitutto si avvicina il maschio, timorosissimo, perché sente l’odore degli umani intervenuti prima di lui, l’annusa, avanza, retrocede e avanza di nuovo. La femmina con la coda mozza fa la sua comparsa solo dopo mezzanotte, è gravida e lo si vede distintamente. Poi è la volta di una volpe che si avvia al banchetto tranquilla e spedita ma costantemente vigile, da notare che i due lupi non si avvicinano mai alla carcassa finché c’è lei però sono lì sullo sfondo, sempre presenti, i loro occhi brillano nella notte.
L’episodio si è chiuso con l’individuazione, d’accordo con l’allevatore, delle migliori strategie per la protezione del suo bestiame, partendo dal presupposto che i parti devono sempre avvenire all’interno delle stalle oppure all’aperto ma in aree recintate.