Il Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida sostiene i pescatori colpiti da quello che è stato definito come il flagello del mare e delle lagune: il granchio blu. La firma della circolare per accedere allo stanziamento di 10 milioni di euro aiuta pesca e acquacoltura, con soldi a fondo perduto per fronteggiare l‘invasione del granchio blu e la protezione degli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. Ma allo stesso tempo il ministro non condanna l’invasore: “Il granchio blu può essere una grande risorsa per le sue proprietà nutrizionali, con forte presenza di vitamina B12, e per i potenziali mercati di sbocco, anche internazionali”.
Chi lo promuove
Paolo Caratossidis, promotore del primo ‘Granchio Blu Network’ e presidente di ‘Cultura & Cucina’, sostiene il granchio blu e dice: “Sacrosanto il sostegno del Governo al settore pesca e molluschicoltura che soffre da 30 anni, ma vista l’entità del fenomeno ‘granchio blu’ e il suo valore commerciale, sarebbe ora di comprendere che il prodotto italiano dovrebbe essere salvaguardato e non demonizzato, come hanno fatto in molti per ignoranza e pregiudizio”.
Poi appoggia il ministro Lollobrigida che l’estate scorsa, quando il fenomeno si manifestò, inserì il ‘granchio blu’ fra le specie ittiche di interesse commerciale: “Si è avviata la valorizzazione di un prodotto che dovrà sviluppare una strategia per realizzare una vera e propria filiera di consumo. Mancano ancora, però, alcuni tasselli fondamentali, perché l’Italia importa quantitativi significativi di polpa di granchio blu, soprattutto d Grecia e Tunisia”.