Di acqua sotto i ponti, da quel 5 gennaio del 1932, ne è passata parecchia. Tante cose sono cambiate. Altre, irrimediabilmente e sorprendentemente, sono rimaste molto simili ad allora. Nel frattempo Umberto Eco, forse l’alessandrino più illustre e rappresentativo nella storia della città, è venuto a mancare. Un tumore del pancreas, mentre si trovava nella sua casa di Milano, il 19 febbraio del 2016. Ma il ricordo del noto semiologo, filosofo e scrittore, non è certo scemato con il passare degli anni. Ottantasei, oggi, dalla data di nascita dello storico autore alessandrino, nato proprio nella città che ha frequentato a lungo, anche durante la sua (importante) carriera professionale. Eco ha segnato un’epoca, e non solo, con i suoi dibattiti legati anche al mondo politico e sociale. Ha seguito in prima persona un cambiamento culturale iniziato nel Dopoguerra e tutt’ora in via di sviluppo, attraverso i nuovi media (che talvolta ha criticato). Negli ultimi tempi, in città, il nome di Eco è stato legato a diversi aspetti, compresa la mancata intitolazione del liceo classico Plana, di cui si è dibattuto anche in Senato.
Luca Piana