Riceviamo e pubblichiamo l’interpellanza del M5S sulle mense scolastiche.
“A seguito della pubblicazione in data 21 giugno 2016 della sentenza Corte di Appello di Torino n° 1049 del 19/04/2016 molti dirigenti scolastici si sono trovati a dover affrontare le richieste di parecchi genitori che avrebbero optato per la scelta del pasto da casa per i loro figli.
Alcuni hanno categoricamente escluso la possibilità di portare il pasto da casa, altri hanno accettato la richiesta solo di un numero limitato di famiglie mentre altri hanno confinato i bambini per il consumo del pasto domestico in aule separate.
Non riteniamo ammissibile che ogni singolo dirigente scolastico possa a sua discrezione, adducendo problemi logistici, negare un diritto riconosciuto dalla Corte di Appello oppure inventarsi modalità applicative assolutamente discriminanti.
Pertanto auspichiamo che l’amministrazione comunale attraverso il proprio assessorato competente si faccia promotrice e coordinatrice di un tavolo che riunisca i comitati mensa, i rappresentanti dei genitori e i diversi dirigenti scolastici al fine di individuare delle linee guida da applicare in modo omogeneo su tutto il territorio comunale.
Di seguito il testo dell’interpellanza:
INTERPELLANZA
Ai sensi dell’art. 57 del Regolamento del Consiglio Comunale
Oggetto: misure organizzative dei singoli plessi scolastici cittadini atte all’applicazione
della sentenza Corte di Appello di Torino n° 1049 del 19/04/2016 circa il servizio mensa.
Premesso che la Corte di Appello di Torino, con la Sentenza n. 1049 del 19 aprile 2016,
pubblicata in data 21 giugno 2016, ha accertato il diritto dei genitori di scegliere, per i
propri figli, tra la refezione scolastica comunale onerosa ed il pasto domestico da
consumarsi nell’ambito delle singole scuole e nell’orario destinato alla refezione.
Appurato che il servizio di refezione scolastica previsto dal D.M. 31 dicembre 1983, è un
servizio locale a domanda individuale, facoltativo per l’utente, che non può mai diventare
obbligatorio, ma che si deve armonizzare con il principio per il quale non è ipotizzabile il
digiuno degli studenti.
Constatato che la Corte di Appello ha riformato espressamente la precedente decisione
del Tribunale di Torino nella parte in cui “suggeriva” ai genitori di prelevare il figlio da
scuola durante il tempo della mensa per riaccompagnarlo successivamente, poiché in tal
modo viene ad essere leso il diritto di partecipare al “tempo mensa” quale segmento del
complessivo progetto educativo ed ha ritenuto che il diritto di scelta, ancorché non
espressamente previsto da una norma specifica, sia comunque desumibile
dall’ordinamento costituzionale e scolastico, in tutti i casi in cui sia previsto il “tempo
mensa”, quale specifico segmento orario dell’offerta formativa.
Considerato che in merito alla concreta attuazione del diritto di scelta riconosciuto
giudizialmente, la Corte di Appello ha ritenuto di non consentire, indiscriminatamente ed
in termini generali, di consumare il pasto domestico nel locale refettorio scolastico, ma
ha statuito che ciascun Istituto debba adottare, alla luce della concreta situazione
logistica, idonee misure organizzative per consentire l’esercizio del diritto.
Preso atto che ad oggi non esiste alcun divieto nella normativa vigente – né nazionale né
regionale, né europea – che inibisca un uso promiscuo dei refettori scolastici tale da
vietare, all’interno di questi, il consumo di alimenti forniti dalle ditte di ristorazione o
dalle famiglie.
Appurato che alcuni dirigenti scolastici stanno inviando in questi giorni ai genitori una
comunicazione circa il servizio mensa che di fatto impedisce agli alunni di portare da casa
il pranzo.
Il sottoscritto Consigliere Comunale interpella il Sindaco per sapere:
– in che modo l’amministrazione comunale ha pensato di affrontare e gestire le richieste
dei cittadini che vorrebbero poter portare il pasto da casa per i propri figli;
– quali misure organizzative ogni singolo plesso cittadino stia applicando per rispettare la
sentenza di cui all’oggetto.”