La Cementir di Arquata Scrivia invia lettere di licenziamento a metà dei propri dipendenti: la giunta di centrodestra si era impegnata già nel 2013 per tutelare l’azienda, ma le aspettative sono state disattese dal nuovo governo regionale. Molinari: “Chiederemo spiegazioni all’assessore Pentenero e al Governo”. E annuncia una riflessione sul Terzo Valico
Un inizio d’anno difficile per i lavoratori della Cementir di Arquata Scrivia: ventitré, infatti, le lettere di licenziamento inviate da parte dell’azienda, che si è vista costretta a lasciare senza lavoro metà dei propri dipendenti. Colpa della crisi dell’edilizia, certo, ma non solo. Provvedimenti, infatti, erano stati già presi nel 2013, con il Governo Regionale a guida Lega, quando si era tentato di far fronte agli esuberi inserendo l’azienda nei tavoli di lavoro per le Grandi Opere, garantendo così occupazione. La volontà di tutelare una importante azienda del nostro territorio sembrava stare a cuore anche al nuovo governo regionale Chiamparino e l’assessore al Lavoro Gianna Pentenero aveva assicurato che la Regione avrebbe fatto da raccordo tra Cementir e Cociv, il general contractor della Tav. Le cose, è evidente, sono andate diversamente.
In una mattinata infuocata, in cui le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno dichiarato lo sciopero a tempo indeterminato, Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont, ha incontrato le rappresentanze per esprimere solidarietà ed impegno. “Interrogheremo la Regione – ha dichiarato – ma anche Roma, per capire come si sia arrivati a tanto. C’erano garanzie di riassorbimento di parte dei dipendenti di Cementir in Cociv, c’era la promessa da parte della Regione di un impegno concreto per la tutela di una realtà importante, c’erano accordi presi nel 2013 da portare avanti: nulla di questo è stato fatto. Perché?”.
Le domande non finiscono qui. Doverosa una riflessione anche a livello nazionale, perché “la notizia del commissariamento di Cociv e delle indagini è sicuramente importante, ma il Governo dovrebbe poter garantire la ripresa dei lavori, per permettere il riassorbimento dei lavoratori ora a rischio”. Un’ultima, importante, nota riguarda la Tav. “Ci eravamo detti favorevoli – conclude Molinari – perché il Terzo Valico era stato rappresentato come un’opera capace di avere anche ricadute economiche ed occupazionali sul territorio del basso Piemonte. Si pensava all’interporto di Alessandria – ma l’idea è stata abbandonata -, si erano presi accordi per una serie di opere compensative concordate con i sindaci e con i territori prima della realizzazione dell’opera – ma si sta continuando a perdere tempo -, si prevedeva il coinvolgimento delle aziende del territorio per la realizzazione dell’opera – ma anche in questo senso, nulla di fatto. A fronte del fatto che il nostro territorio sta subendo soltanto danni, e non benefici, la posizione della Lega Nord non può che cambiare”.