Le recenti notizie di cronaca che hanno riempito il fine settimana, con la scoperta di influencer e digital creator che avevano evaso milioni di euro di tasse, pur essendo molto esposti su vari social networks, con decine di milioni di followers, hanno avuto origine da un “memorandum operativo congiunto” fra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, la cui intesa per la legalità fiscale nel settore della ‘digital creator economy’ ha messo nel mirino i redditi di influencer, blogger e creatori di contenuti sui social.
L’intesa tra Finanza e Agenzia Entrate
I due enti hanno definito un piano di azione condiviso per intensificare il contrasto all’evasione nel settore della digital creator economy, in cui rientra l’attività svolta da coloro che realizzano e diffondono su internet prodotti multimediali, creando forme di relazione duratura con i propri follower.
La collaborazione si svilupperà attraverso l’esame e la valorizzazione dei dati disponibili e delle informazioni acquisite attraverso le banche dati e gli applicativi rispettivamente in uso, nonché quelli ottenuti tramite la cooperazione internazionale in materia fiscale. Potranno ad esempio essere approfondite le posizioni caratterizzate da una forte sproporzione tra i redditi dichiarati, il numero di iscritti o di visualizzazioni sui propri canali web e la disponibilità di beni.
I primi risultati
Le attività di controllo hanno consentito la ricostruzione degli effettivi redditi conseguiti da noti influencers per svariate centinaia di migliaia di euro e portato alla regolarizzazione tramite ravvedimento o all’adesione integrale alle contestazioni mosse. Nell’ultimo periodo l’Agenzia delle Entrate ha avviato un controllo verso due noti gamers, i cui compensi, connessi alle visualizzazioni raggiunte, avevano completamente evaso le imposte. Ai due influencer coinvolti sono stati contestati 700.000 e 500.000 euro di ricavi non dichiarati.
A Bologna, invece, la Guardia di Finanza ha concluso un’operazione con il recupero a tassazione per oltre 11 milioni di euro. Due i contesti operativi. Il primo ha riguardato 4 “influencer”, seguiti da 50 milioni di followers in totale. Per due di loro, completamente sconosciuti al fisco, le Fiamme Gialle hanno ricostruito proventi ottenuti con pubblicazioni social, collaborazioni con aziende inserimento contenuti su popolari siti d’intrattenimento per adulti.
Il secondo contesto ha riguardato 5 digital creators, tutti sconosciuti al fisco, molto attivi nella pubblicazione di prestazioni a pagamento sul web. Questi influencers si sono dimostrati molto collaborativi, aderendo ai rilievi mossi e versando all’Erario gli importi dovuti. Solo in qualche caso si sono riservati approfondimenti ulteriori, prima di proseguire la procedura avanti agli uffici finanziari.