Le nuove generazioni stanno rivalutando i mestieri “manuali”, soprattutto se sono ad alta specializzazione. Specie la componente maschile, dove oi 35% sta pensando di intraprendere uno di questi percorsi. Portando, in parallelo, al crollo di alcuni stereotipi: solo 1 su 5 pensa che col diploma di liceo si debba fare l’università.
Qualcosa sta cambiando nel rapporto degli studenti con il mondo del lavoro: i mestieri tecnico-pratici guadagnano consensi tra le nuove generazioni. Un’ottima notizia, visto che il mondo del lavoro fatica a trovare figure preparate. Lo rivela l’annuale Osservatorio “Giovani e Professioni”, realizzato da Skuola.net, in collaborazione con Autostrade per l’Italia, che ha interpellato 2.500 studenti delle scuole secondarie superiori.
Fra i giovani prossimi al diploma, infatti, circa 1 su 4 sta considerando queste occupazioni come una possibile opzione per il futuro, soprattutto se associate a una elevata formazione e conseguente retribuzione. Insomma, ci sono molti ragazzi, e qui la quota sale a 1 su 3, ma anche ragazze, intenzionati a valutare e svolgere professioni tecnico-pratiche, a patto che ci siano le giuste condizioni.
Potremmo essere di fronte a una mini-rivoluzione. Calano dal 19% al 14% coloro che scartano le professioni pratiche per congetture legate al loro status socio-economico: per questi non sarebbero mestieri adatti al proprio genere oppure al riconoscimento sociale atteso dal contesto di riferimento o dai genitori stessi.
E si indebolisce un altro grande preconcetto: solo 1 studente su 5 considera quasi “obbligatorio” per un liceale intraprendere una professione più teorica. Da questi segnali si intravede uno spiraglio per poter ricucire la differenza tra domanda (mercato del lavoro) e offerta (competenze dei giovani), magari attraverso percorsi di formazione specifici post-diploma, come giustamente ritiene il 57% degli intervistati.
Quali sono i settori che attirano il 51% di studenti delle superiori che non rifiutano una professione tecnico-pratica? Anche qui il genere può fare molta differenza. Quasi la metà degli uomini concentra le sue preferenze su comparto mobilità (automobilistica, ferroviaria, aeronautica), industria digitale ed elettronica, settore servizi (alberghieri e ristorazione).
La metà delle donne si divide in quote uguali tra il comparto digitale/elettronico, quello alimentare/chimico/