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Il Piano amianto 2016-2020

Mappatura e censimento dei siti con amianto, smaltimento e indirizzi per agevolarne il processo, bonifica dei siti di interesse nazionale e dei manufatti che lo contengono: è quanto prevede, per la parte relativa all’ambiente, il Piano regionale amianto, approvato all’unanimità martedì 1 marzo dal Consiglio regionale del Piemonte. Le bonifiche di interesse nazionale di Casale Monferrato (Al) e Balangero (To) dovranno essere completate entro il 2020, grazie anche alle risorse stanziate dal Governo, pari a 80 milioni di euro.

Il Piano prevede, inoltre, che si giunga a una graduale eliminazione dei manufatti contenenti amianto, pressoché definitiva entro il 2025. La priorità è rappresentata dalla bonifica degli edifici pubblici, partendo dalle scuole. In conformità alla specifica legge regionale del 2008, il documento evidenzia l’importanza di individuare risorse per attivare servizi di raccolta e smaltimento di determinati quantitativi di manufatti contenenti amianto nell’ambito del sistema regionale di gestione dei rifiuti.

Quanto alla mappatura, si prevede di continuare le attività mediante Arpa Piemonte, in collaborazione con le Asl, con pubblicazione e aggiornamento costante delle informazioni. Ad oggi la quantità di coperture in cemento-amianto rilevata in tutta la regione è prossima ai 50 milioni di metri quadri. Le elaborazioni condotte sui dati di mappatura dell’amianto, rapportate alle disponibilità attuali per il conferimento dei materiali provenienti dalle bonifiche, hanno confermato la necessità di incrementare le disponibilità per lo smaltimento in regione.

Il Piano amianto prevede anche questioni di natura sanitaria, quali le liste dei lavoratori esposti, le misure di sorveglianza sanitaria, il registro dei mesoteliomi maligni.

Nel dibattito sono intervenuti, per la maggioranza i consiglieri Silvana Accossato, Domenico Ravetti, Antonio Ferrentino e Valter Ottria (Pd) e Marco Grimaldi (Sel); mentre l’opposizione si è affidata ai contributi di Giorgio Bertola, Paolo Mighetti, Federico Valetti, Gianpaolo Andrissi e Davide Bono (M5S), Diego Sozzani, Gian Luca Vignale e Massimo Berutti (Fi).

In particolare Accossato e Ravetti hanno sottolineato come il Piano sia il frutto di un confronto con il territorio e come a Casale Monferrato ci sia una vera e propria emergenza legata al mesotelioma pleurico, che dovrebbe fare registrare il picco di decessi entro il 2010.

I consiglieri d’opposizione hanno invece sottolineato l’insufficienza dei fondi messi a disposizione e la problematica delle discariche per lo stoccaggio tombale dell’amianto. Dal gruppo M5S è stato anche evidenziata la dispersione delle fibre dalle perforazioni per la realizzazione delle grandi infrastrutture, come il Terzo Valico.

Sozzani, nella dichiarazione di voto è ritornato sul tema dei costi per lo smaltimento e ha messo in evidenza come in Italia persista l’assenza di cultura sull’amianto.

Il testo è stato quindi approvato, insieme ai due emendamenti di Bertola e Andrissi (sulla mappatura dell’amianto di origine antropica e su obiettivi e strategie operative), mentre è stata respinta la terza proposta emendativi dello stesso Andrissi.

È stato infine approvato l’ordine del giorno collegato a firma di Ottria, che chiede sia al governo nazionale che alla Giunta di investire maggiori e adeguate risorse finanziarie per la bonifica degli edifici pubblici e privati.


 

Interrogazioni e interpellanze

Dipartimento unico di salute mentale ad Alessandria e Asti

L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha risposto all’interrogazione n.766 del consigliere Davide Bono (M5S) sull’istituzione di un unico dipartimento di salute mentale tra Asti e Alessandria.

L’assessore ha spiegato che il dipartimento che unifica i due centri di salute mentale delle province di Asti e Alessandria con il reparto dell’Azienda ospedaliera di Alessandria consentirà di unificare i percorsi di cura, l’utilizzo della residenzialità, l’accesso ai ricoveri. La direzione della struttura complessa ospedaliera assegnata a scavalco a uno dei responsabili di struttura complessa territoriale consente di realizzare lo spirito della norma che lo vede come uno strumento dei servizi territoriali e non come autonoma articolazione dell’ospedale.


 

Interrogazioni a risposta immediata

Attuazione Piano Tutela Acque e utilizzo principio precauzione per zone di ricaduta profonda

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha risposto all’interrogazione n. 929 presentata dal consigliere Valter Ottria (Pd) per conoscere a che punto siano gli approfondimenti da fare su proposta delle Ato delle acque, in particolare riguardo alla falda acquifera profonda sita nella zona tra Sezzadio e Predosa (Al), anche alla luce del principio da usarsi nei casi di insediamenti ritenuti potenzialmente pericolosi, nelle aree di protezione già previste dalla cartografia attuale del Piano di tutela delle acque.

Valmaggia ha risposto che il Piano tutela acque ha individuato le potenziali aree di ricarica degli acquiferi profondi corrispondenti alla fascia di pianura. A seguito dei necessari approfondimenti tecnici non sono state definite specifiche disposizioni attuative in tali aree. Il programma di attività è in corso di svolgimento secondo le modalità prescritte.


 

La settimana in Commissione

IV Commissione (Sanità e assistenza)

Contro la diffusione del gioco d’azzardo

Le Commissioni III (Industria e commercio), presieduta dal consigliere Raffaele Gallo, e IV (Sanità e assistenza), presieduta dal consigliere Domenico Ravetti, si sono riunite in seduta congiunta per iniziare l’esame del testo unificato del disegno di legge proposto dalla Giunta e del disegno di legge presentato dal primo firmatario Gian Luca Vignale (FI) sulla prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico in Piemonte.

Il provvedimento è frutto dell’impegno di un gruppo di lavoro, costituito da componenti di entrambe le Commissioni, che negli ultimi mesi si è riunito per trovare una sintesi sui due testi. Un terzo testo, la proposta di legge presentata dai Comuni di Chivasso, Caluso, Ciriè, Ivrea e Settimo Torinese verrà invece – su richiesta degli stessi estensori – esaminato a parte.

Sono stati approvati all’unanimità i primi dieci articoli dei 15 che compongono il dispositivo. Tra le novità più rilevanti, la previsione del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico che il Consiglio regionale dovrà approvare, su proposta della Giunta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Piano dovrà – tra l’altro – promuovere interventi per aumentare la consapevolezza sulla dipendenza correlata al gioco per i giocatori e le loro famiglie; favorire un approccio consapevole, critico e misurato al gioco; informare sull’esistenza di servizi di assistenza e cura svolti da soggetti pubblici e del terzo settore sul territorio regionale e sulle modalità d’accesso; informare i genitori e le famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line; prevedere interventi di formazione e di aggiornamento, obbligatori ai fini della prosecuzione dell’attività, per i gestori e il personale delle sale da gioco e delle sale scommesse e pianificare campagne annuali d’informazione sui rischi e sui danni derivanti dalla dipendenza dal gioco.

Nella concessione di finanziamenti, benefici e vantaggi economici – inoltre – la Regione considererà come requisito essenziale l’assenza di apparecchi per il gioco all’interno degli esercizi autorizzati all’installazione di tali apparecchi.

Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire il disturbo da gioco, è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie. Per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica – poi – entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge i Comuni dovranno disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite slot machine per una durata non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto, all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse, degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico.

Ai fini della tutela della salute e della prevenzione della dipendenza da gioco è inoltre vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse o all’installazione degli apparecchi per il gioco presso gli esercizi pubblici e commerciali, i circoli privati e i locali pubblici e la Regione promuoverà accordi con gli enti di esercizio del trasporto pubblico locale e regionale per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti la concessione di spazi pubblicitari relativi al gioco a rischio di sviluppare dipendenza sui propri mezzi di trasporto.

Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Vignale (FI), Davide Bono, Giorgio Bertola (M5S), Andrea Appiano, Paolo Allemano (Pd) e Marco Grimaldi (Sel).

Nella prossima seduta riprenderà la discussione sugli articoli rimanenti.

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