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Capita di sorseggiare un caffè nella cittadina termale con la bustina di zucchero di Salvador Dalì. Acqui Terme si lancia nel marketing territoriale con la promozione a tutto campo per la propria mostra antologica:  una bustina da zucchero con lo stemma del comune da un lato e l’immagine di un’opera del pittore spagnolo dall’altro.  E molti bar la utilizzano senza alcun costo.  Doppio successo per la mostra dedicata a Salvador Dalì, organizzata dal comune di Acqui Terme all’interno dei locali del liceo Saracco. L’amministrazione Comunale ha deciso di pensare in “grande”, già dallo scorso anno proponendo le opere di Picasso, quest’anno Dalì e quasi pronta quella del prossimo anno (ancora più grandiosa). Sono circa 4 mila i biglietti venduti dopo che la manifestazione è a metà della sua “opera” vista l’apertura fino a domenica 4 settembre con il seguente orario: dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 22,30. Ma le bustine sono solo alcune fra le promozioni attuate…

La 45ª edizione dell’Antologica acquese presenta una nutrita serie di opere realizzate con l’utilizzo di materie e tecniche diverse. Curata dell’architetto Adolfo Francesco Carozzi e fortemente voluta dal Sindaco Enrico Bertero, la mostra è realizzata con il supporto di The Dalí Universe, la cui collezione, assemblata e curata dalla Stratton Institute, interamente dedicata al famoso artista surrealista Salvador Dalì. Negli ultimi 25 anni è stata esposta in più di 100 musei e location di fama mondiale che hanno goduto del favore sia della critica che del pubblico come dimostrano gli oltre 12 milioni di visitatori. L’esposizione offre l’occasione di presentare la produzione poliedrica dell’Artista spagnolo che ha sempre utilizzato molti mezzi espressivi, dalle pitture alle sculture, dagli oggetti, alla grafica, alle illustrazioni, agli elementi di arredo, non trascurando mai la possibilità di avvalersi di materiali diversi e di tecniche particolari.

Le opere esposte mostrano il potente effetto della trasformazione di immagini iconografiche tratte dai noti dipinti di Dalí in forme tridimensionali, che confermano il fascino costantemente esercitato sull’Artista da certi simboli e soggetti. All’interno del palazzo Saracco, in un contesto ricco di particolari elementi evocativi dall’atmosfera surrealista, si possono osservare sei opere dalla consistenti dimensioni quali L’Elefante Spaziale, La Persistenza della Memoria, La Donna del Tempo, San Giorgio e il Drago o come la sorprendente Venere Giraffa. Le serie di opere su carta, testimonianza dell’interesse che l’Artista ha sempre avuto per le grandi opere letterarie, e la loro interpretazione surrealista, sono la conferma di quanto fosse stretto il suo legame con la natura stessa della poetica e di quanto da esse dipendessero spesso le sue creazioni (Pantagruel, Tauromachia, Bestiario di Lafontaine).

A sottolineare poi le diverse tecniche e i diversi materiali, sono anche le opere in vetro come La Triomphale e la Guitare, frutto della collaborazione di Dalí con la fabbrica francese di vetri Daum Cristallerie. Opere dai vivi colori, perfette per esprimere il concetto della metamorfosi alla base della percezione surrealista della realtà: luce e colore in continuo cambiamento, materia in costante evoluzione dallo stato morbido a quello solido. A completare la varietà delle proposta sono anche presenti dodici oggetti in oro, (tra i quali Sole Glorioso, Serpente Magico, Fiore Daliniano) ed un elemento di arredamento come la Sedia Leda.

G. Perazzi

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