Per insegnare ai giovani medici a trasmettere il valore della corretta nutrizione, soprattutto alle giovani generazioni, la Scienza della Nutrizione – integrata nei programmi di Endocrinologia – potrebbe presto entrare a far parte come disciplina obbligatoria dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia: la proposta, emersa nel corso di un incontro all’EXPO, accolta favorevolmente dalla Conferenza annuale dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia.
– Introdurre l’obbligo dell’insegnamento di Scienza della Nutrizione nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, integrandolo nei programmi di Endocrinologia, per valorizzare il tema della nutrizione e le sue interazioni con la salute dell’individuo: è la proposta emersa nel corso di un incontro all’EXPO tra i rappresentanti delle principali Società Scientifiche italiane che si occupano di questi temi e accolta favorevolmente dalla Conferenza annuale dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia.
L’esigenza di trasmettere ai giovani medici il valore della nutrizione rispetto alla salute e l’importanza di una corretta condotta alimentare si basa anche sulla conoscenza sempre più approfondita delle interazioni tra il cibo e sistema endocrino, in particolare nell’età della crescita. Apprendere le buone abitudini alimentari sin dall’età pediatrica è la premessa per una buona salute da adulti.
«Il cibo può essere definito un para-ormone – afferma il professor Andrea Lenzi, Coordinatore dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Presidente della Società Italiana di Endocrinologia – infatti le sostanze contenute negli alimenti lavorano in sinergia con gli ormoni che regolano tutti i meccanismi biologici del nostro corpo. Tanto per fare un esempio, l’aumento del tessuto adiposo, soprattutto se accumulato a livello dell’addome, è in grado di indurre una condizione di insulino-resistenza per cui il pancreas deve produrre maggiore quantità di insulina per mantenere sotto controllo i livelli di glicemia nel sangue».
Il modello di riferimento resta la dieta mediterranea riconosciuta patrimonio dell’umanità. Eppure questo modello, basato su alimenti semplici e freschi come olio d’oliva extravergine, pesce azzurro, legumi, verdura e frutta di stagione, oggi è utilizzato in maniera scorretta, soprattutto dalle giovani generazioni.
«La dieta mediterranea ha conservato tutta la sua validità nutrizionale, ma anche culturale ed è proprio per questo motivo che è stata definita nel 2010 patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO, purtroppo siamo noi che ne facciamo un cattivo uso non rispettando più le scelte alimentari indicate – afferma Andrea Lenzi – le porzioni sono diventate troppo abbondanti, con eccesso di zuccheri a rapido assorbimento e grassi, limitiamo l’apporto di legumi e cereali che sono pure fonte di proteine oltre che di fibre, prediligendo cibi conservati, lavorati e salati adottando comportamenti tarati sulla sedentarietà piuttosto che sull’attività fisica».
Anche alla luce del cattivo uso della dieta mediterranea, la cultura dell’alimentazione e l’influenza che essa ha sulla salute di tutto l’organismo dovrebbe necessariamente far parte del bagaglio formativo del medico. In tale contesto l’endocrinologo è la figura centrale in quanto fa da “ponte” con molteplici figure specialistiche come il dietologo, il nutrizionista, l’internista, lo psicologo, il chirurgo ed altri ancora, alle quali indirizzare il paziente a seconda del tipo di diagnosi. Per questo la proposta prevede di inserire obbligatoriamente il nuovo insegnamento Scienza della Nutrizione nei programmi di Endocrinologia.
«Insegnare ai futuri medici le basi della nutrizione e le sue interazioni con il sistema endocrino sin dal corso di laurea in Medicina e Chirurgia è essenziale. – sottolinea Lenzi – Dopo il parere favorevole della Conferenza dei Presidenti di Corso di laurea adesso siamo nella fase di individuazione ed elaborazione di specifici programmi, articolati in lezioni ed esercitazioni, di Scienza della Nutrizione integrati nei corsi di Endocrinologia ritenuta la disciplina medica che più di ogni altra può trasmettere questi insegnamenti».