Oggi, nel cuore della Francia, si sono svolti i funerali di alcune delle vittime coinvolte in quello che molti pensano sia il peggiore attacco alla democrazia di pensiero. Dopo la strage dell’11 settembre e i diversi attentati in Europa, si chiude in questi giorni un capitolo di un libro che non terminerà mai.
Inutile descrivere il dolore di quelle 17 famiglie “uccise” due volte: prima la morte vera di 11 giornalisti, 2 poliziotti e 4 civili.
Serve poco scendere in piazza senza interloquire con il “diretto interessato” e non serve a nulla la foto di rito dei 50 rappresentanti di una parte del Mondo quando, nell’altra parte dell’emisfero, si uccidono ancora oggi dei civili, in nome di qualcosa o qualcuno.
Occorre uno sforzo più grande, più intenso, più consapevole di un’ Europa più vera nello specifico per il massacro di Parigi, più unita. In questi anni si é compiuto l’attacco ad una democrazia debole.
Dove si vuole proseguire, in che direzione si vuole andare, quale futuro ci aspetta?…soprattutto a noi giornalisti che tentiamo spesso di raccontarvi quelle libertà.