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La data da segnarsi per tutti gli appassionati di ciclismo è quella di domenica 16 ottobre. Nel deserto del Qatar la nazionale diretta da Davide Cassani proverà a giocarsi il titolo iridato in un’annata che – a parte la sfortunata prestazione nella prova in linea – ha già regalato diverse soddisfazioni alla specialità. Quella più grande porta la firma di Elia Viviani, uomo di punta anche per la prossima spedizione azzurra. Il veronese, sprinter del team Sky e medaglia d’oro su pista alle Olimpiadi di Rio, è stato anche tra i protagonisti della mostra “Alessandria città delle biciclette”.

“Ho vinto la corsa più importante della mia vita – ha detto Viviani –. Ho realizzato un sogno, ora ne cullo un altro (una maglia iridata su strada in Qatar, ndr) e sto allenandomi per renderlo concreto. Ho perso Londra, poi anche i mondiali, ma non mi sono mai lasciato sopraffare dallo sconforto. Ho lavorato duramente per quattro anni, raccolto più delusioni che soddisfazioni. Tutto per questo!”

Quali sono state le difficoltà principali nella corsa all’oro (Omnium su pista, ndr)?

“La caduta mi ha scosso – ha ammesso l’azzurro –. Mi sono fermato per capire cosa mi fosse successo, se avevo qualche problema fisico, se ci fosse qualcosa che non andava. Poi sono risalito in bici e ho guardato il tabellone. Ho visto che ero ancora in corsa e mi sono detto non era successo nulla’. Quindi ho cercato di mettere in carniere più punti possibili. Quando, a 20 giri dalla fine, ho superato Mark in volata ho capito che avrei vinto. Stavo ancora bene, mi sentivo pronto a parare ogni attacco.. allora mi sono anche goduto gli ultimi dieci giri”.

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