L’inflazione pesa sulle famiglie con la frutta che registra al consumo un aumento del 9,4%, mentre la verdura sale del 20,2%. I prezzi triplicano dal campo alla tavola, ma i produttori agricoli non guadagnano: chiedono un prezzo minimo che copra almeno i costi di produzione, come prevede la legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.
Emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat relativi all’andamento dell’inflazione di agosto rispetto allo stesso periodo dello 2022. Con l’aumento dei costi di produzione e l’andamento climatico anomalo, il taglio della produzione va dal 30% per pesche al 63% per le pere.
Il problema
Occorre garantire agli agricoltori un compenso adeguato per evitare l’abbattimento dei frutteti: l’Italia ha dovuto dire addio a oltre 100 milioni di piante di frutta fresca negli ultimi 15 anni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine con drammatici effetti sui consumi nazionali e sul clima, l’ambiente, il paesaggio e la salute degli italiani.
Il risultato è un preoccupante calo dei consumi sotto la soglia minima di 400 gr di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, come raccomandato dal Consiglio dell’OMS per una dieta sana.
Il commento
Così il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco: “Per buona parte dell’ortofrutta italiana, i soldi ai produttori arrivano solo dopo mesi, addebitando magari contestazioni sulla qualità. L’aumento dei costi di benzina e gasolio, con l’88% delle merci che viaggia su gomma, la logistica incide per 1/3 sui costi di produzione di frutta e verdura in Italia”.
Il rimedio
L’aumento di fondi PNRR, 2,5 miliardi € per accordi di filiera, logistica e misure agricole, risponde alle richieste di Coldiretti ed è importante per salvare la spesa delle famiglie italiane, ma anche per sostenere l’intero settore agroalimentare nella sfida ai cambiamenti climatici.
In questa ottica il direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco, spiega: “L’agroalimentare Made in Italy ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del PNRR. Si tratta di un’occasione unica per crescere, che non va sprecata garantendo una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.