I timori degli ultimi mesi non sono sopiti del tutto. Di sicuro il buon esito della trattativa fra il Governo – per mezzo dei commissari straordinari Piero Gnudi, Enrico Laghi, Corrado Carrubba – e l’azienda Am Investco Italy S.r.l ha riportato un po’ di serenità negli stabilimenti dislocati lungo la Penisola. A partire da quello di Novi Ligure (600 addetti) che, operando in concerto con i colleghi genovesi (1.500), dovrebbe restare un punto fermo nell’attività nazionale. “Con la firma dell’accordo – hanno commentato i commissari straordinari – Ilva può contare su una proprietà solida, di un leader industriale e competente, che si è impegnata a fare importanti investimenti tecnici, a tutelare l’occupazione ed a realizzare il piano di risanamento ambientale. L’obiettivo è quello di mantenere in vita questo importante asset strategico per il Paese, avviando rapidamente l’attività di bonifica dei siti, utilizzando i fondi trasferiti dalle disponibilità della famiglia Riva”. Per il polo novese si parla di investimenti previsti per 50 milioni (per la zona diretta da Giuseppe Frustaci, che gestisce anche Genova), a fronte di un costo di acquisto totale pari a 1.800 milioni. Ed è proprio nel capoluogo ligure che alcuni dipendenti del Basso Piemonte hanno scioperato a inizio mese. Otto ore di sciopero per dire “no” alle migliaia di esuberi previsti dal nuovo piano industriale dell’Ilva.