Il nuovo esame di maturità: perché non piace agli studenti

“L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L’importante è quello che provi mentre corri.”

Queste le parole del famoso prof Martinelli nel film “Notte prima degli esami”, un film che tutti abbiamo visto (o vedremo) almeno una volta nella vita. Siamo ormai a marzo, la primavera è alle porte, il tempo passa veloce e si avvicina anche quest’anno per numerosi giovani il fatidico momento dell’esame di maturità, una delle prime piccole grandi prove che ci troviamo ad affrontare nel percorso della nostra vita. Una delle prime “corse”, appunto, di cui tagliamo il traguardo.

Come noto, l’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sullo svolgimento delle attività didattiche e dunque anche e chiaramente sulle modalità di svolgimento dell’esame stesso. Ma quest’anno con il progressivo miglioramento della situazione pandemica l’orientamento prevalente sembrerebbe essere quello intenzionato a ripristinare una situazione di (grazie al cielo!) quasi – normalità.  Quasi – normalità perchè, allo stato, resta che si è passati da una “Maturità ai tempi del Covid”…ad una “Maturità ai tempi della guerra.” E di normale, purtroppo, c’è veramente poco.

Proprio ai 100 giorni dalla maturità si è avuta infatti l’ordinanza definitiva del ministero all’Istruzione. Tornano i due scritti, nonostante i mesi di proteste degli studenti che richiedevano una formula senza scritti (almeno senza la seconda prova) e con il solo colloquio e una tesina. È vero che non siamo ancora del tutto fuori dalla pandemia ma quest’anno è anche vero che grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza stabilite dal governo si è potuta garantire una continuità della scuola in presenza sin dai primi giorni.

“Immaturi siete voi” è ciò che si legge su numerosi striscioni in più di 40 città coinvolte nelle proteste e realizzati dai circa 100mila studenti in piazza. Il ministro Bianchi ha precisato e rassicurato i giovani dicendo che, come chiaro, si è tenuto e si terrà ovviamente conto degli ultimi anni vissuti dai ragazzi di oggi e che non si deve avere paura di non farcela.

Lunedì 14 marzo infatti è stata firmata l’ordinanza ministeriale riguardo agli Esami di Stato: la maturità si terrà infatti come previsto dalla ultima bozza e l’unica modifica vera e propria riguarda effettivamente soltanto i punti: 15 per la prima prova, 10 la seconda, 20 l’orale più 50 crediti. È indubbiamente vero che con la DAD si sono fatte meno ore, si è lavorato di meno e si è seguito peggio. Il risultato è stato quasi ovunque lo stesso: parti di programma saltate o comunque svolte frettolosamente in modo da lasciare lacune alla maggior parte della classe. Ma che sia anche questa, forse, la vera prova di maturità? La vera sfida? Quella del ritorno alla normalità?

Ludovica Italiano

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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