Dopo una lunga, discussa e aggiungerei tormentata campagna elettorale il 25 settembre è ormai arrivato: domenica saremo chiamati infatti alle urne per la formazione del nuovo governo del nostro paese. Inoltre sarà la prima volta nella storia della Repubblica Italiana in cui le elezioni si terranno in autunno e che i giovani di 18 anni potranno votare anche per i senatori.
È un mese, se non di più, che ininterrottamente si sente parlare di elezioni, di candidati vari e di programmi dei partiti ed è impossibile negare che questa campagna elettorale sia stata per certi versi “atipica” o quantomeno innovativa per i mezzi di comunicazione scelti e per il linguaggio utilizzato. In particolare, non si può non menzionare l’approdo dei politici su TikTok.
Secondo i dati Audiweb relativi al primo quadrimestre 2022, gli utenti unici mensili di TikTok sono stati circa 14,4 milioni (pari a circa un terzo, e quindi circa al 32.3, di tutti coloro che hanno utilizzato Internet nel nostro paese). Non stupisce dunque che nel pieno della campagna elettorale i politici abbiano deciso di adattare il linguaggio alle esigenze del mondo più giovane rafforzando la loro strategia comunicativa.
Come infatti detto più volte, questo social non è più soltanto un “passatempo” per bambini ed adolescenti, fatto di video brevi e privi di contenuto e significato. Al contrario, il potenziale di TikTok è immenso: non solo è un importante strumento di business per le imprese di piccole e grandi dimensioni ma, come si è dimostrato in queste settimane, offre anche grandi opportunità per i leader del mondo della politica (o almeno, così loro credono).
Dunque le “star” di TikTok si sono trovate a dover fare i conti con nuovi colleghi come, per citarne alcuni, Silvio Berlusconi, Antonio Conte, Matteo Renzi o Giorgia Meloni. Colleghi che, tra l’altro, raggiungono numeri di visualizzazioni ed interazioni anche importanti.
Quale modo migliore di questo dunque, si è pensato, per avvicinarsi ai giovanissimi?
Se è infatti vero che la maggior parte di noi è delusa e disillusa da una politica da cui tendenzialmente non ci sentiamo in alcun modo rappresentati, è pur vero che certamente disinteressati non siamo ed anzi abbiamo molto a cuore queste elezioni e le sorti di un paese che, presto o tardi che sia, avremo “tra le mani”.
Questo, al tempo stesso, non vuol dire essere “scemi” o così facilmente plasmabili. Parlare a noi giovani è sicuramente difficile, soprattutto vista la mancanza di fiducia di molti di noi per il sistema politico e un paio di video su TikTok, il nostro “pane quotidiano”, certamente non bastano. Il rischio dunque di utilizzare un mezzo di comunicazione simile, sposando cause last minute scimmiottando il linguaggio “dei giovani” esiste ed è alto. Senza considerare l’imbarazzo di alcune uscite ed affermazioni. Confrontandoci tra coetanei sono veramente poche, se non nessuna, le persone che hanno trovato veramente utile e fruttifera la campagna elettorale veicolata tramite TikTok. Non è il modo giusto. Come tutti i cittadini quello che cerchiamo è semplicemente chiarezza e trasparenza, nonché un trattamento da adulti e la presentazione di programmi credibili nei quali sia possibile per noi identificarci per poi eventualmente ricrederci. È comodo utilizzare mezzi di comunicazione “da giovani”, sperimentare un linguaggio “da giovani”, far dunque credere che si dia ascolto ai giovani quando in realtà la comunicazione è unidirezionale e, guardando realmente i fatti, una parte fondamentale del futuro di questo paese non viene ascoltata e presa in considerazione davvero.
Ludovica Italiano