Dopo 51 giorni di guerra, proseguono i bombardamenti su Kiev e Kherson. Putin nega le accuse di massacri e crimini di guerra, definendo «falsità» e «fake news» le immagini degli eccidi di Bucha e Borodyanka, risultati della propaganda del nemico e dei suoi sostenitori ostili alla Russia. La guerra, mai definita tale, è stata il risultato di un’escalation di minacce rivolte alla sicurezza della Russia, afferma lo Zar, per questo era «inevitabile». Dopo l’incontro avuto con il suo alleato e vassallo bielorusso Lukashenko, Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina e i paesi suoi sostenitori di aver portato «le trattative ad un vicolo cieco». Dure anche le parole contro le sanzioni occidentali, delle quali ridicolizza gli effetti «Quando le persone si scontreranno sui prezzi della benzina e su un’inflazione senza precedenti, questo si tradurrà per loro, gli occidentali, in problemi di politica interna, mentre volevano che si traducesse in problemi di politica interna per la Russia – e insiste – in condizioni difficili la Russia se l’è sempre cavata, mentre da loro i problemi sono inevitabili. Non sarà facile, ma ce la caveremo anche questa volta». Molto più seria, per Mosca, sembra essere la prospettiva di adesione della NATO da parte di Svezia e Finlandia, che porterebbe ad avere basi missilistiche dell’Alleanza a pochi chilometri da San Pietroburgo. «Una situazione – fa sapere il Cremlino – che cambierebbe la situazione politico-militare», annunciando che in questo modo la Russia si troverà costretta a difendersi con possibili «conseguenze tra le più indesiderabili» in quanto il Baltico «non potrà più essere considerato non nucleare».

Le “vittorie” ucraine

A Kiev, è stato arrestato l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, nome che circolava come possibile uomo di paglia di un futuro governo putiniano, in caso di caduta del governo attuale. Ad annunciarlo lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale è tornato a chiedere, di fronte al parlamento lituano, la fine delle importazioni di gas e petrolio russo da parte dell’Europa, accusando i paesi europei, Germania ed Ungheria soprattutto, di bloccare gli sforzi sull’embargo.

La visita del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeir, che doveva accompagnare i presidenti delle regioni baltiche, Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia a Kiev è stata annullata all’ultimo momento dallo stesso Zelensky, il quale, ha fatto sapere che il presidente tedesco «non è il benvenuto in Ucraina» a causa dei suoi «forti legami con la Russia». Nel frattempo, proseguono i bombardamenti su Kiev e su Kherson, rimandati di un paio di giorni gli attacchi su grande scala nel Donbass, a causa del maltempo, mentre gli ucraini assestano un duro colpo alla flotta russa. L’incrociatore Movska, nave ammiraglia di Putin a 72 km da Odessa, è stato colpito da «missili ucraini Neptune» rivendica Kiev. Smentita la notizia dal ministero della Difesa russo, che invece fa sapere di un’esplosione all’interno della nave causata da un incendio interno. Nella notte, però, le stesse autorità russe hanno fatto sapere che la nave «ha perso stabilità ed è affondata mentre veniva rimorchiata durante una tempesta». Tutto l’equipaggio è stato evacuato in tempo, 500 uomini in totale, mentre tra le fila ucraine si sono alzate gridi di vittoria e di giubilo.

Escalation di parole, voce alle armi

È piaciuta a Zelensky l’impropria uscita di Biden sulla parola genocidio, ultimo termine di una serie di dichiarazioni poco precise e tolleranti dell’anziano presidente. «Ho usato la parola genocidio – ha spiegato il leader americano- perché è diventato sempre più chiaro che Putin stia cercando di spazzare via anche l’idea di poter essere ucraini. Le prove di tutto questo stanno aumentando». L’aumento dei toni della Casa Bianca dimostra una scarsissima sensibilità democratica con la quale il presidente ha deciso di gestire la situazione Ucraina, comportandosi come un elefante in un negozio di vetri. Di diverso avviso, per fortuna, incominciano ad essere alcuni leader europei, che cercano di prendere le distanze dall’atmosfera guerrafondaia che tanto da est, quanto da ovest, cerca di avvelenare l’aria europea. Per Macron l’obiettivo principale deve essere quello di «fermare questa guerra e costruire la pace», non certo alimentare le ostilità, per questo ha aggiunto «non penso che un’escalation di parole sia utile. Quello che possiamo dire è che la situazione è inaccettabile e che ci sono crimini di guerra». Nel frattempo, Washington si è detta pronta a stanziare altri 750 milioni di dollari in aiuti militari, garantiti dagli otto maggiori produttori di armi convocati dal Pentagono. Mentre nessun tentativo di pace serio sembra essere stato fatto, la macchina della guerra non accenna a fermarsi né a rallentare.

Daniele De Camillis

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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