Domenica 15 novembre si è celebrata la “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada”, un momento di ricordo e riflessione che viene dedicato ogni anno, la terza domenica di novembre, alle vittime di incidenti stradali ed ai loro familiari, proclamato per la prima volta dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) nel lontano 2005, per contribuire al cambiamento delle abitudini negative degli automobilisti.
La sicurezza stradale è infatti uno dei maggiori problemi che i paesi europei devono affrontare.
Il quarto programma di azione europea sulla sicurezza stradale 2010-2020 quantifica un nuovo obiettivo indicando una riduzione ulteriore del 50% in 10 anni delle vittime di incidenti stradali.
Già da anni in Italia è stato intrapreso un complesso percorso per fronteggiare il fenomeno dell’incidentalità.
Nel 2019 si sono verificati in Italia 172.183 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 3173 vittime e 241.384 feriti, oltre la metà rispetto ai 7096 decessi registrati nel 2001.
Tra i comportamenti errati più frequenti sono da segnalare la guida distratta, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 38,2% dei casi).
Tra le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano, infatti, l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida.
In queste occasioni la memoria va a tutte le vittime di incidenti, compresi gli appartenenti alle Forze di Polizia che sono sulla strada tutti i giorni per compiere il proprio dovere.
Da sempre gli operatori di Polizia Stradale indossano una divisa, tessuta da impegno, sacrificio, abnegazione: i valori fondanti del loro operato che consentono loro di vivere con prossimità e grande sensibilità la missione, spesso eroica e dolorosa che sono chiamati a svolgere.
Per assicurare tutto questo, pagano da sempre un prezzo altissimo, ad oggi sono 376 i colleghi della Polizia Stradale che hanno sacrificato la loro vita sulla strada.