Cambiano le norme per la fusione dei Comuni. D’ora in avanti sarà necessario chela maggioranza dei cittadini di ogni singolo Comune, coinvolto nella consultazione referendaria, sia d’accordo: solo in questo caso l’iter potrà proseguire. Lo ha deciso il Consiglio Regionale del Piemonte la settimana scorsa, approvando il Ddl di modifica all’attuale normativa.
I COMMENTI POLITICI
“Questa è una legge molto attesa dai piemontesi – ha spiegato il relatore del provvedimento Andrea Cane (Lega) – che punta a una maggiore democrazia nel processo di fusione dei Comuni”.
“Prendiamo atto della volontà della maggioranza, ma il vero problema per i piccoli comuni è avere l’agibilità amministrativa per affrontare la complessità delle materie”, ha spiegato Domenico Ravetti (Pd).
Per Carlo Riva Vercellotti (Fdi) “è doveroso sentire le popolazioni, come prescrive la Costituzione. Le fusioni vanno bene se nascono da una scelta popolare e non per volontà della maggioranza di un Consiglio comunale”.
“Con questa legge arriva a compimento un percorso – ha dichiarato Giorgio Bertola (Europa Verde) – dobbiamo conciliare due esigenze: il rispetto della volontà popolare e le problematiche degli amministratori locali”.
“Siamo d’accordo sul provvedimento – ha spiegato Sean Sacco (M5S) – la legge è stata utilizzata per risolvere alcune problematiche dei Comuni, ma senza un coinvolgimento e una giusta informazione della popolazione”.
Per Paolo Ruzzola (Fi), “andiamo a sanare delle criticità di una legge che non coinvolgeva realmente la popolazione, perché il responso dei cittadini poteva essere ignorato”.