Fiumi fondamentali per l’ecosistema della Pianura Padana. In provincia di Alessandria gravi ripercussioni sulle colture, soprattutto per il grano
CALDO RECORD E ASSENZA DI PIOGGIA
Con la prospettiva di una ‘novembrata’ di Halloween, anche nella provincia alessandrina sono a rischio le semine di grano nei terreni induriti da un 2022 anomalo in cui si registrano precipitazioni ridotte di 1/3 anche se più violente.
A preoccupare è il livello del Po a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico come d’estate, con la siccità che colpisce i campi, favorisce la risalita dell’acqua salata nel delta, restringe i ghiacciai, lascia le montagne senza neve e svuota i grandi laghi del nord.
E in campagna i parassiti sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dove sono ancora diffuse zanzare e mosche.
MONITORAGGIO COLDIRETTI
Questi i risultati sulla allarmante situazione del più grande fiume italiano, in riferimento al gran caldo anomalo su tutta la Penisola in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica. Il Po, con le rive ridotte a spiagge, è fondamentale per l’ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e il 50% dell’allevamento, che danno origine alla ‘food valley italiana’ conosciuta in tutto il mondo.
LE PAROLE
Per il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco “sono in difficoltà tutte le colture in campo con gli imprenditori agricoli che intervengono con irrigazioni di soccorso. Il Po e gran parte dei suoi affluenti hanno valori di magra estrema, mai osservati in passato. E in provincia è la stessa cosa: la conseguenza del clima secco è ben visibile dalla portata dei fiumi. Ad agosto la scarsa pioggia e le alte temperature hanno aumentato molto l’evapotraspirazione, proprio nel momento chiave della stagione agricola, così da deprimere il bilancio idro-climatico regionale a livelli peggiori delle annate storicamente negative come il 2003 e il 1990″.
Secondo il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco “Il cambiamento climatico in atto, che tende alla tropicalizzazione con sbalzi termici notevoli, compromette le coltivazioni con perdite e danni che superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale e circa 300 milioni di euro a livello provinciale. E gli effetti del meteo si fanno sentire anche con un profondo mutamento del paesaggio: la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura”.