Hanno avuto luogo questa mattina, presso la Galleria Guerci, due incontri del percorso bianco, dedicato alla filosofia. Il primo ha visto protagonisti il Professor Michele Maranzana, Elisa Zeppa e Massimo Carcione. Il tema dell’incontro è stata la conservazione dei beni culturali, che ha affrontato diverse tematiche attuali e non, le principali: la distruzione dei templi di Palmira e le conquiste napoleoniche. Durante il dialogo è emersa la figura di Napoleone quale predatore di opere d’arte, ma, Massimo Carcione, ha sottolieato che, anche epoche relativamente più recenti, hanno incontrato questo genere di figure; primi tra tutti i nazisti, che erano soliti saccheggiare e rubare opere d’arte di collezionisti ebrei, anche per il semplice desiderio di “decorare” la propria abitazione. Il relatore ha fornito un interessante paragone tra la conservazione dei beni culturali (facendo riferimento all’associazione Scudo Blu) e la Croce Rossa, che tutela i dritti dell’uomo e lo cura. Il dibattito ha, inoltre, sottolineato la distinzione tra “conservare” e “restaurare” che, spesso, vengono considerati sinonimi. “Conservare” non significa sistemare un bene culturale, ma evitare che esso venga distrutto, quindi tutelarlo.
Il secondo incontro, invece, è stato condotto dal gruppo Chora (composto da Alessandro Peroni, Alessandro Galvan e Matteo Canevari) e Roger Marchi, che ha regalato la lettura d’importanti opere del famoso filosofo e scrittore Friedrich Nietzsche.
Colpito nel 1889 da una brutta malattia che l’ha condotto alla pazzia, Nietzsche diventa incapace di badare a se stesso e viene praticamente preso in ostaggio dalla madre e dalla sorella, che fanno circolare voci su di lui, facendo nascere il mito di Nietzsche.
Considerato un pazzo visionario, quasi un fenomeno da circo, il filosofo muore nel 1900.
Dopo un’introduzione sulla sua vita, ci si è concentrati sul pensiero del filosofo, che diventa importante anche come scrittore e letterato. L’incontro è proseguito, quindi, con le letture ed il conseguente dialogo di tre delle sue opere principali: il primo capitolo dell’opera “La nascita della tragedia“, l’aforisma 125 de “La Gaia Scienza” e un passo de “La Reminescenza“.
Di Cristina Gulì e Giada Guzzon
Foto di Alessia Gabriele