In questo primo fine settimana di settembre le proposte cinematografiche anticipano, anche se in sordina, la nuova stagione cinematografica autunnale.
Jason Bourne di Paul Greengrass è, come dicevamo già la settimana scorsa, un action movie molto complicato, zeppo di improbabili spie che per lo più usano il web come campo di battaglia, di sofisticazioni digitali, lotte all’arma bianca, stratosferici inseguimenti calati sullo sfondo di imponenti scene di massa.
E’ già stato quasi tutto raccontato e filmato, dalle pellicole di James Bond in poi, per questo la nuova vicenda dell’eroe seriale Jason Bourne (Matt Damon), uomo-macchina programmato per uccidere, e del suo incontro con Nicky Parsons (Julia Stiles), ex-agente Cia in missione a Reykjavik allo scopo di carpire informazioni sul modo di agire dell’intelligence americana, non convince, scadendo in una banalità narrativa che neppure attori come Vincent Cassel, Tommy Lee Jones e Alicia Vikander riescono a riscattare.
La regista Thea Sharrock firma, con Io prima di te, dal romanzo di successo di Jojo Moyes, una commedia drammatica che torna per l’ennesima volta sul tema del rapporto d’amore e d’amicizia che può nascere tra una persona in condizioni fisiche difficili e chi è destinato a prendersene cura (vedi, ad esempio, Scelta d’amore di Joel Schumacher, 1991, o il più recente Quasi amici di Olivier Nakache, 2012).
Louisa Clark (Emilia Clarke), licenziata da poco dal suo lavoro come cameriera, accetta di rivestire il ruolo di badante del ricco, piacente, scontroso e problematico Will (Sam Claflin), divenuto quadriplegico dopo essere stato investito da una moto. Il rapporto tra i due, con inevitabili alti e bassi, crescerà, sino a riservare ad entrambi delle sorprese insperate.
Nel passaggio dal romanzo al film, sceneggiato dalla stessa Moyes, si perdono quei caratteri di realismo che conferivano spessore e credibilità all’opera, che qui diventa una soap opera imbastita con i fili di un trito sentimentalismo e di un pietismo d’accatto.
Lolo-Giù le mani da mia madre di Julie Delpy (attrice francese sensibile e intensa, consacrata dal polacco Krzysztof Kieslowski nella sua trilogia Tre colori, a partire dal 1993 e, negli ultimi anni, da Richard Linklater in Prima dell’alba, Before Sunset, Before Midnight) firma un’opera intelligente e delicata, che racconta con grande intimismo ed ironica eleganza le difficoltà di un rapporto madre-figlio, complesso di Edipo compreso.
Violette (Julie Delpy), bella donna un po’ annoiata della borghesia parigina, in vacanza nel Sud della Francia, conosce Jean-René (Dany Boon), informatico dallo stile di vita semplice e un po’ caotico: ne nasce una storia d’amore, che dovrà tuttavia fare i conti con il rapporto affettivo morboso e dipendente che lega la donna al figlio Lolo (Vincent Lacoste).
Qualche caduta narrativa e stilistica a parte, il film funziona e offre allo spettatore diversi spunti di riflessione su di un tema non facile, sdrammatizzandolo.
Alla 73esima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, invece, in programma dal 31 agosto al 10 settembre, è molto atteso l’esordio sia di pellicole italiane che straniere. Tra le italiane in concorso segnaliamo Questi giorni di Giuseppe Piccioni, tratto dal romanzo inedito Color betulla giovane di Marta Martini (con Margherita Buy, Sergio Rubini, Filippo Timi), che racconta la storia dell’estate di un gruppo di universitarie di provincia, alle prese con scelte e passaggi di vita non semplici.
Piuma, di Roan Johnson, narra l’incerto e complesso percorso esistenziale di una coppia di ragazzi, prossimi alla maturità, che si trovano a fare i conti con una gravidanza inattesa, mentre Spira Mirabilis, dei documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (pare che la forma documentario stia vivendo una stagione di rinascita, dopo il trionfo di Sacro Gra e Fuocoammare di Rosi), svela davanti ai nostri occhi la bellezza del mondo attraverso storie legate ai quattro elementi naturali.
Tra le tante pellicole internazionali promettono bene La La Land di Damien Chazelle, l’autore di Whiplash, un omaggio al musical americano con Emma Stone e Ryan Gosling; The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, ambientato in Australia subito dopo la prima guerra mondiale, con Alicia Vikander, Michael Fassbender e Rachel Weisz; Les Beaux Jours D’Aranjuez di Wim Wenders, con protagonisti un uomo e una donna che si confrontano e si interrogano su amore, sesso, rapporti umani.
Grande attesa anche per Nocturnal Animals di Tom Ford, con Amy Adams e Jake Gyllenhaal, che ruota intorno a una misteriosa lettera che una donna riceve dal suo ex marito; e per Jackie di Pablo Larraín, con Natalie Portman nel ruolo della first lady Jacqueline Kennedy, ritratta subito dopo l’uccisione del marito.
Barbara Rossi