Al cinema questo fine settimana ci attende, tra le altre uscite, anche Pets-Vita da animali, di Chris Renaud e Yarrow Cheney, film d’animazione presentato alla scorsa Mostra del cinema di Venezia.
Renaud, già autore di Cattivissimo me (2010), porta sul grande schermo le avventure esilaranti e tragicomiche del Jack Russell Terrier Max, seguendo il filo conduttore di una domanda: che cosa combinano i nostri animali da compagnia, i fedeli inquilini delle nostre case, quando noi non ci siamo?
Lo spunto tematico è accattivante e originale, la pellicola si colloca a metà strada tra una action comedy e un buddy movie, giocata su azione, comicità e buoni sentimenti che nascono dall’amicizia-rivalità tra Max e Duke.
La Illumination Entartainment, giovane casa di animazione franco-americana nata nel 2011, lavora con mano sicura e tocco delicato sulle figurine antropomorfe degli animali, regalando loro fluidità e ritmo.
L’unico limite del film è – al di là della perfezione estetica – la scarsa empatia con lo spettatore dei protagonisti a quattro zampe, che rimangono personaggi un po’ freddi, ritratti sullo sfondo di una New York dei nostri giorni di cui emergono, invece, con grande evidenza tic, manie, storture e aberrazioni.
Deepwater-Inferno sull’oceano di Peter Berg, coniuga in sé le atmosfere allucinanti e frenetiche del disaster movie e del film-verità, dal momento che racconta con dovizia di particolari e ricchezza narrativa il disastro della Deepwater Horizon, la piattaforma trivellatrice che il 20 aprile 2010, al largo delle coste della Louisiana, fu devastata da una terrificante esplosione che costò la vita a undici lavoratori e ne ferì diciassette, provocando uno tra i peggiori disastri ambientali della storia.
Berg, grazie anche all’ottimo cast di attori – tra i quali Mark Wahlberg, Kurt Russell, John Malkovich – resta fedele alle necessità del plot, senza tuttavia tradire la realtà della storia e senza nulla concedere a una spettacolarità facile e irrispettosa della tragedia occorsa.
Il tecnico elettronico Mike Williams (Mark Wahlberg) e il gruppo di lavoratori ai cui sforzi disperati di salvare la piattaforma e con essa le proprie vite assistiamo nel film, rappresentano il volto onesto di una società troppo spesso asservita alle logiche del puro profitto, come l’incidente annunciato della Deepwater Horizon testimonia.
La pellicola più interessante (e anche scomoda) di questo fine settimana rimane senza dubbio La verità sta in cielo di Roberto Faenza, con un gruppo di buoni interpreti come Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Valentina Lodovini.
Faenza sceglie di avventurarsi nei territori accidentati, pericolosi e abbastanza nebulosi di una vicenda che continua, a distanza di oltre trent’anni, a tormentare dolorosamente il nostro Paese: la misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovanissima figlia di un messo del Vaticano, di cui si sono perse le tracce il 2 giugno 1983.
Il regista si addentra nelle maglie di una presunta verità complessa e spinosa, sposando la tesi di un coinvolgimento dell’ambiente ecclesiastico nella sparizione della Orlandi.
Il lavoro di ricostruzione documentaria è minuzioso, supportato da una attenta ricerca sulle fonti d’archivio, anche e soprattutto visive; il passato e il presente si incrociano e sovrappongono nel corso della narrazione, rivelando le pressoché infinite concrezioni lasciate da eventi, situazioni, protagonisti maggiori e minori in una storia che non permette di venire letta in chiaro, ma solo di intuire il potenziale esplosivo, il volto feroce e oscuro di un Potere che ha marchiato a fuoco la storia dell’Italia negli ultimi decenni.
Barbara Rossi