Il nuovo Ministro all’Ambiente per un approccio pragmatico al nodo irrisolto dell’agricoltura
Promuovere politiche e soluzioni per attuare su tutto il territorio nazionale nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica. È l’appello di Cia al neoministro dell’Ambiente e della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Spiega il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: “La scelta di uno scienziato dal profilo così alto e il suo prestigioso curriculum scientifico, sono di buon auspicio per un approccio finalmente pragmatico alle politiche di contrasto di uno dei grandi nodi irrisolti dell’agricoltura italiana. Una problematica che necessita un intervento immediato da parte delle Istituzioni, finalizzato a contenere il proliferare indiscriminato degli ungulati sul territorio nazionale, passati da una popolazione di 900mila capi nel 2010 a quasi 2 milioni, oggi”.
Cia è da tempo impegnata sul tema ed è pronta a collaborare col nuovo ministro per arrivare al più presto a nuovi strumenti di gestione della fauna selvatica, mettendo a disposizione la sua proposta di revisione della legge 157/1992, insufficiente a regolare un fenomeno ormai fuori controllo. “I danni – commenta Paolo Viarenghi, direttore provinciale Cia – sono sempre maggiori per le aziende agricole alessandrine arrivate all’esasperazione, ma sono in costante in aumento anche i rischi per l’incolumità dei cittadini, non solo nelle aree rurali. È, infatti, sempre più alta la frequenza di incidenti provocati da cinghiali e animali selvatici, stimati dalla Polizia Stradale in oltre 10.000 l’anno. A tutto ciò si aggiunge il rischio peste suina, con il rischio di focolai anche in Italia”.
I danni alle colture ed alle superfici boschive arrecati da cinghiali e cervidi, in special modo i caprioli, sono in aumento esponenziale.