La stampa 3D ad Alessandria non è più un sogno, bensì una concreta realtà: ieri sera, infatti, alla Casa di Quartiere, s’è tenuto il primo incontro del Fabrication Laboratory alessandrino, con una buona presenza di addetti ai lavori e cittadini curiosi.
Ad aprire la serata sono stati Fabio Scaltritti, membro della Comunità di San Benedetto al Porto, l’assessore all’Innovazione Mauro Cattaneo e l’ingegnere capo del Comune di Alessandria, Marco Neri. Scaltritti ha annunciato che quello di ieri sera sarebbe stato il primo di una serie di incontri su questo tema e ha tenuto a ringraziare il Comune per il supporto all’iniziativa, contenuta nel grande calderone del Piano Integrato di Sviluppo Urbano. Cattaneo ha evidenziato come la nascita del FabLab non costituisca una sorta di “cattedrale nel deserto”, bensì sia parte integrante di una visione improntata all’innovazione che contempla anche l’attività del gruppo di lavoro di Alessandria Open Data e quella di Valeria Cagnina. L’ingegnere Neri ha ricordato come sin dalla nascita del PISU il FabLab abbia avuto un ruolo ben definito, tanto da avere una sezione a esso dedicato all’interno del progetto complessivo. Il dirigente comunale ha annunciato che la gara per l’acquisto dei macchinari è già stata fatta e che il laboratorio sarà concesso in comodato d’uso gratuito pluriannuale grazie al supporto del Comune stesso. “Non appena sarà concluso il bando per il commercio (all’interno del PISU, ndr), partirà quello per la gestione del FabLab, con la scadenza prevista per maggio/giugno”, ha detto in chiusura l’ingegnere Neri.
Successivamente, Mario Merlano, fondatore dell’azienda alessandrina Protovision3D, che ha fatto della stampa 3D un’attività industriale vera e propria. Merlano ha illustrato passo dopo passo com’è partita la “terza rivoluzione industriale”, a partire dalla stereolitografia ideata e concepita da Chuck Hull. Potete vedere un passaggio della presentazione in questo video.
Più tardi nel corso della serata, esponenti del FabLab di Settimo Torinese e delle Officine On/Off di Parma hanno raccontato le loro esperienze nel gestire laboratori simili a quello appena nato ad Alessandria. Gli ospiti hanno intrattenuto una conversazione con il pubblico, che ha rivolto loro diverse domande. “Non c’è un manuale per costruire un FabLab, esiste la volontà per farlo partire”, ha detto il rappresentante di Settimo.
Il fablab è stato descritto come un luogo dove chiunque, giovani e anziani, esperti di tecnologia e semplici interessati, può dare il proprio contributo. Basta avere in testa l’idea per un oggetto da creare e con il supporto dei mezzi tecnologici e dei tecnici è possibile realizzarlo. Non ci sono solo “smanettoni” o “nerd” usciti da The Big Bang Theory dentro un FabLab, anzi: ci sono anche veri e propri artigiani, gente che sa sporcarsi le mani. Nonostante l’attuale diffidenza del mondo universitario e imprenditoriale, i Fabrication Laboratory sono già operativi in vari ambiti, che spaziano tra l’artigianato, il design e il medicale, solo per citare alcuni esempi. A proposito di esempi, potete vedere qui una stampante 3D in azione. Qui, invece, potete leggere un riassunto della serata fatto su Twitter.