Il Testo Unico della Vite e del Vino (Legge 12 dicembre 2016 n. 238), entrato il vigore il 12 gennaio scorso, è stato l’argomento del convegno organizzato da Cia e Confagricoltura Alessandria a Palazzo Monferrato.
Il Testo Unico costituisce la disciplina nazionale di riferimento del settore vitivinicolo italiano. Composto da 93 articoli, razionalizza, semplificando e innovando, l’intera normativa in materia.
Dopo il saluto di Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria e di Confagricoltura Piemonte, i relatori hanno spiegato le principali novità introdotte, coordinati dal segretario generale della Camera di Commercio Roberto Livraghi.
L’onorevole Massimo Fiorio, relatore del Disegno di legge e vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, ha ricordato il percorso burocratico che ha portato, attraverso l’unità di filiera, all’elaborazione del Testo Unico, evidenziando che l’articolo 1 riporta che “il vino, la vite, i territori viticoli, il lavoro e il sapere vitivinicolo costituiscono un patrimonio culturale nazionale”.
Domenico Mastrogiovanni, responsabile nazionale Dipartimento Economico Cia nazionale, ha commentato: “Il nuovo testo di legge, che racchiude tutte le normative precedenti, razionalizza per gradi, lavorando su ciò che si può fare in vigna, in cantina e nel momento di immissione sul mercato“.
Angelo di Giacomo, MIPAAF responsabile Ufficio ICQRF Nord Ovest Area Asti, ha trattato l’aspetto sanzionatorio: “La novità è il ravvedimento operoso, un provvedimento che consente alle aziende di poter regolarizzare spontaneamente eventuali errori commessi previo il versamento di una sanzione pecuniaria di importo ridotto, prevista in alcuni casi di adempimento amministrativo. Inoltre è previsto l’istituto della diffida, che presuppone un’attività ispettiva di controllo che sfocia nell’accertamento di una irregolarità“.
L’avvocato Raffaella Pastore, specializzata in Diritto agrario italiano e comunitario, ha precisato: “Riguardo la legislazione, si evidenziano le principali problematiche penali e civili legate all’applicazione della normativa nella realtà, ad esempio il recupero credito o la tutela penale della denominazione, la necessità di marchio in caso di export fino ai nuovi profili di dematerializzazione e depenalizzazione“.
I presidenti Gian Piero Ameglio (Cia) e Luca Brondelli di Brondello (Confagricoltura): hanno commentato: “Attraverso il nostro convegno, che ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori del territorio, dei rappresentanti delle Cantine Sociali e delle Cooperative, abbiamo voluto approfondire le opportunità e i cambiamenti del sistema legislativo vitivinicolo, che costituiscono un passaggio importante verso la semplificazione che da sempre le nostre Confederazioni promuovono, in uno dei comparti agricoli più pressati dalla burocrazia“.