“Caro, hai preso i biglietti che abbiamo prenotato on line ?” chiede la signora mentre sistema il suo voluminoso bagaglio fatto di passeggini, borse con pappine, ricambi, pannolini. “Certo cara, che emozione finalmente andiamo all’Expo, sbrigati che abbiamo un’ora di auto!” L’allegra, media, comune famiglia italiana composta da impiegato, impiegata part time e due figli di 1 e 3 anni si avvia a cuor leggero all’evento della storia: l’Expo 2015, munita di tanta voglia di conoscere ed essere parte della storia, perché un’esposizione universale dovrebbe essere anche questo.
Giunti in prossimità del parcheggio prenotato preventivamente, trovano una sagoma di cartone con cappellino e fischietto che indica l’accesso, la colonnina della sbarra è in cartapesta e il biglietto pure.
Si avviano alla navetta per il trasporto interno e trovano un’altra sagoma di cartone, spinta a piedi da volontari come il cartone animato degli antenati. Lo slogan sulla sagoma è “Il moto fa bene”.
La famiglia Brambilla arriva all’ingresso, è tutto enorme, è tutto grande e il papà pensa di scattare una foto: “Cara, vai con i bambini lì dove c’è quella pianta, sotto l’insegna dell’expo, appoggiati al muro e sorridete”, la signora va, prende il bambino per mano mentre tiene l’altro in braccio, pronta per lo scatto da far vedere ma cade rovinosamente a gambe all’aria perché il muro è di cartapesta, la pianta è di cartapesta, l’insegna è di cartapesta. “Sarà che non sono riusciti a fare tutto, dentro sarà diverso” commenta la povera ‘sciura’ alzandosi con fatica.
“Che bello – dice il marito – quanti padiglioni, quanti stand, quante cose…ma sono tutte di cartapesta, sono tutte sagome”, “Caro – aggiunge la moglie – anche il mangiare è di cartone e l’acqua è disegnata, anche i servizi , le toilette sono disegnati, non ci sono”.
“ Il tema dell’Expo non era Nutrire il pianeta, energia per la vita?” chiede il marito, “Caro, penso piuttosto che sia far finta di nutrire il pianeta, qui è tutto finto, non c’è nulla, è tutto di cartone come una gigantesca quinta teatrale, un fondale di palcoscenico per una brutta rappresentazione”.
La famiglia è sgomenta, delusa, improvvisamente si sente una musica in crescendo che fa presagire un’entrata trionfale, dal finto soffitto scende un enorme drappo bianco con la faccia di Matteo Renzi – Jerry Lewis con tanto di dentino sporgente come solo Crozza sa fare ed una scritta: “L’expo è tutto finto, le tangenti erano tutte vere!”
Fausta Dal Monte
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