L’aumento delle merci trasportate su gomma e la saturazione del valico di Ventimiglia rischiano di portare ad un ‘blackout’ della mobilità in Piemonte, con il rischio di isolamento e ricadute drammatiche sull’economia.
L’allarme è emerso durante un incontro sul tema, avvenuto settimana scorsa in commissione Trasporti alla Regione Piemonte.
IL PROBLEMA – Sulle Alpi c’è il rischio saturazione. Ma mentre a nord-est e al confine svizzero ci sono state decisioni politiche, come lo spostamento del trasporto da gomma a ferrovia, a nord-ovest la Torino-Lione aprirà fra 10 anni, il Frejus ha problemi di accesso e il Monte Bianco deve essere chiuso 3 mesi l’anno, per manutenzione, nei prossimi 20 anni. E Ventimiglia, ormai, non assorbe più traffico.
I NUMERI – Sull’intero arco alpino transitano 12 milioni di mezzi l’anno, con grande pressione sulle strade, e oltre 130.000 treni merci, per un totale di 220 milioni di tonnellate trasportate. Mentre nel 1984 c’era equilibrio tra gomma e ferro, nel 2021 registriamo +240% su gomma e +75% su ferro, quindi quasi tutto l’aumento di trasporto merci viene assorbito dalle strade. Ventimiglia sopporta 1.6 milioni di mezzi, quasi come Frejus e Monte Bianco insieme, perché il transito è gratis, contrariamente ai due tunnel che sono a pagamento.
IL RISCHIO – Per Piemonte e Valle d’Aosta è alto: basta un incidente su gomma e i valichi sono bloccati, con contraccolpi di tipo economico anche a livello nazionale. Sono allo studio scenari e piani di emergenza, tenendo conto delle restrizioni svizzere sui camion, dei nodi intermodali e del collegamento col Terzo Valico. I lavori sono in ritardo e quindi servono scelte politiche rapide, coinvolgendo anche la Liguria e i paesi confinanti.
