Un’inchiesta della BBC inglese ha accusato alcune delle maggiori catene di supermercati di vendere alimenti con indicazioni di provenienza non veritiere. Tra questi, figurano confezioni di concentrato di pomodoro presentate come d’origine “italiana”, ma che in realtà conterrebbero tracce di pomodori cinesi: coltivati in particolare nello Xinjiang, territorio sottoposto a sanzioni in Occidente.
Le importazioni di semilavorati di pomodoro dalla Cina nell’UE sono raddoppiate, superando le 100.000 di tonnellate. Una quantità pari, in pomodoro fresco equivalente, al 10% della produzione UE.
Così il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco: “E’ l’ennesimo caso di inganno per il consumatore, a danno di chi produce vero ‘Made in Italy’. L’allarme è scattato dopo l’indagine sui tubetti di concentrato, venduti come italiani ma contenenti prodotto cinese. Appare urgente l’etichettatura obbligatoria dell’origine, per tutelare il vero prodotto italiano, perché il gigante asiatico ha aumentato del 38% la produzione di pomodoro.,
In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro, il 53%) è il margine della distribuzione commerciale, il 18% sono i costi dell’industria, il 10% la bottiglia, l’8% è il ‘prodotto pomodoro’, il 6% i trasporti, il 3% tappo ed etichetta, il 2% la pubblicità. Bisogna tutelare la filiera dell’oro rosso alessandrino, prodotto di grande eccellenza, richiesto dai marchi più prestigiosi del Made in Italy, che rischia ripercussioni sempre più gravi per i prodotti ‘taroccati’ immessi sul mercato.
Così il direttore di Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco: “Siamo in una delle aree più vocate ed è prioritario tutelare produzioni di così grande pregio. In provincia di Alessandria sono 3.000 gli ettari coltivati a pomodoro (70.000 in Italia), per una produzione che supera 1.300.000 quintali. Numeri in crescita per un prodotto di grande eccellenza della nostra zona, messo a dura prova dal maltempo che quest’anno ha danneggiato parte della produzione”.