ROMA (ITALPRESS) – Allarme della Corte dei Conti Ue sui ritardi nell’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Si procede “a rilento”, il che implica che gli Stati membri “potrebbero non essere in grado di attingere ai fondi o assorbirli per tempo”, e quindi “non completare” le misure e le riforme previste entro il 2026, scadenza fissata per l’utilizzo di tutte le risorse europee. In sintesi “rimangono a rischio il completamento delle misure e, quindi, il conseguimento degli obiettivi del dispositivo stesso”. A fine 2023 i paesi dell’UE avevano attinto a meno di un terzo delle risorse UE previste a tale scopo. Solo la metà del denaro trasferito da Bruxelles alle capitali nazionali avrebbe raggiunto i destinatari finali. Un’analisi dei singoli Stati membri rivela che 16 prevedevano di completare i traguardi e gli obiettivi relativi ad almeno il 30 per cento dei propri investimenti solo nel 2026, con valori che andavano dal 30% nel caso della Spagna al 62% per l’Italia e 70% Polonia. Alla luce dei rischi sulla non realizzazione dei piani nazionali di ripresa, la raccomandazione della Corte dei Conti dell’Ue è che la Commissione individui le misure che rischiano maggiormente di non essere completate entro il 31 agosto 2026. All’esecutivo comunitario si chiede di monitorare in modo sistematico tali misure e concordare azioni per superare i ritardi.
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