Da diverso tempo si discute della nuova riforma fiscale di cui hanno bisogno i cittadini e le imprese ma che anche l’Europa da tempo ci chiede ripetutamente pungolandoci per una nuova stagione delle riforme, che come sappiamo è anche legata in maniera indissolubile al Recovery Plan, tra cui quella fiscale è certamente una delle più importanti per le nuove sfide che ci attendono ma anche per una tassazione più equa e organica.

Tasse in rate mensili

Il primo tassello vero banco di prova della riforma organica dell’Irpef sarà come sembra, la possibilità di dilazionare cioè di versare in un certo numero di rate mensili il pagamento delle imposte sui Redditi che da voci di palazzo potrebbero essere 12.

Dunque una al mese per la durata dell’intero anno solare.

 

L’idea di far pagare le imposte in maniera rateale non è affatto una novità perché già da diverso tempo se ne parlava in particolare quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze era guidato da Roberto Gualtieri. La novità è che questa indiscrezione potrebbe veramente tramutarsi in realtà e dunque che potrebbe succedere davvero e in tempi brevi, e possa avere disco verde anche prima dell’emanazione con conseguente approvazione dell’attesa riforma organica dell’Irpef, con il fine di venire incontro alle istanze che arrivano dai cittadini e dalle imprese nonché per velocizzarne l’attuazione.

 

Il viceministro del MEF, Laura Castelli, parlando della portata di questa importante iniziativa parlamentare   ha annunciato che sarà modificato l’attuale sistema di saldo e acconto delle imposte sui redditi, che verrà invece sostituito dal nuovo sistema di pagamento rateale su base mensile.

Secondo la stragrande maggioranza degli esperti nonché del Ministero delle Finanze questo meccanismo attuale di versamento delle imposte è ormai vecchio, dunque bisogna, anzi urge superare questa asticella con l’obiettivo di “andare oltre l’attuale sistema ormai obsoleto”, e ragionare su un nuovo modello di tassazione e di pagamento imperniato su un nuovo meccanismo definito cash flow tax.

 

All’inizio l’idea originaria era come detto sopra di costruire un nuovo sistema basato non sulla produzione del reddito come concepita fino ad ora ma su una  tassazione dei flussi finanziari, chiamata appunto in inglese Cash flow tax, una versione semplificata di un altro meccanismo di tassazione definito  Liquid income taxation system, che avrebbe richiesto la determinazione cioè il calcolo  (e il relativo versamento) dell’imposta, da effettuare ogni mese, basandosi sulla differenza tra entrate e uscite di cassa; naturalmente tutte queste poste come in una buona contabilità che si rispetti si sarebbero poi conguagliate, a credito o a debito, molto probabilmente come accade già in altre situazioni in una dichiarazione annuale.

 

Però come tutti in tutti i sistemi nascenti, qualche magagna come si suole dire è nascosta; ad oggi nessuno ha spiegato come e quando questa nuova modalità di liquidazione delle imposte avrebbe potuto interessare e se interessa anche l’Irap, e dulcis in fundo come si calcolano i contributi Inps per la parte eccedente il minimale contributivo, sempre che il nuovo meccanismo lo preveda.

 

 

Orma è sotto gli occhi di tutti e non ci sono dubbi che l’attuale sistema di calcolo del saldo delle imposte unitamente all’acconto, solo idealmente basato su due rate, si è rivelato nel tempo molto difficile e gravoso da sostenere per molti contribuenti, però è altrettanto vero ed è sotto gli occhi di tutti che le normative adottate fino ad oggi non solo non hanno semplificato la vita dal punto di vista degli adempimenti fiscali, ai cittadini contribuenti , ma molto spesso hanno ottenuto l’effetto contrario , cioè  tradotto non si semplificano le cose complicandole, e troppo spesso si sottovaluta il costo della moltiplicazione degli adempimenti a carico dei contribuenti.

 

Però ogni tanto qualche buona notizia trapela ed esce fuori; dunque la vera notizia, anticipata tra le righe dal viceministro e confermata dalla bozza del documento appena redatto dalle Commissioni Finanza di Camera e Senato in tema di riforma fiscale, è che sembra che il legislatore finalmente mettendosi una mano sulla coscienza sceglierà la strada più semplice, evitando così di gravare i contribuenti di un inutile nuovo e ulteriore adempimento mensile.

 

Dalle notizie che trapelano sembra che tale forma di pagamento mensile sarà realizzata lasciando inalterato il calcolo per la determinazione dei saldi e degli acconti delle imposte in sede di dichiarazione annuale dei redditi, ma mentre attualmente i contribuenti possono versare in sei rate mensili (o in unica soluzione) il saldo e il primo acconto delle imposte, mentre in una unica soluzione il secondo acconto di novembre ,con le nuove modalità si pagherà sempre in sei rate il saldo e il primo acconto e in altre sei rate mensili (o in unica soluzione) il secondo acconto, per un totale di 12 rate.

 

Oggi, è doveroso ribadirlo a onere del vero il saldo e il primo acconto, si possono già versare ratealmente   in massimo sei rate, e comunque facoltativamente il contribuente può versare ratealmente anche il secondo acconto, attraverso il calcolo della sanzione tramite ravvedimento operoso.

 

Ora dunque con questa eventuale possibilità i contribuenti in difficoltà a versare per intero il secondo acconto troveranno di una certa utilità questa novità normativa che, come scritto sopra sembra che tra l’altro, a quanto pare, non li graverà di ulteriori adempimenti, anche se francamente stupisce come, per fare passare una così elementare soluzione di buon senso, per tutti, sia necessario tutto questo impegno legislativo parlamentare.

Michele Minardi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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