Commercialisti ancora in trincea e sul piede di guerra per la mancata proroga delle prossime scadenze fiscali, annunciata, che vedono accavallarsi gli appuntamenti già stabiliti con quelli rinviati a causa dell’emergenza Coronavirus. Con il risultato di un’altra tempesta di adempimenti da togliere il sonno e che spaventa non solo i contribuenti, vittime sacrificali in questo grande momento di difficoltà post Covid 19, ma soprattutto, commercialisti ,tributaristi ,consulenti ,che in questo marasma non sanno a che santo votarsi per fare fronte a tutte le scadenze che si prospettano e che ci aspettano al varco ,come una spada di Damocle.
Si comincia da domani lunedì 20, scattano il saldo 2019 e acconto 2020 delle imposte sui redditi, i pagamenti per le partite Iva soggetti Isa, e non, come i contribuenti forfetari, il saldo 2019 dei versamenti Iva, il versamento dell’imposta di bollo per le fatture elettroniche emesse da aprile a giugno e il saldo 2019 della cedolare secca oltre al primo acconto 2020. Acconto 2020 e saldo 2019 anche per i soggetti Ires e per l’Irap. Altre scadenze si susseguono poi fino a fine luglio, dalla presentazione degli elenchi riepilogativi per le partite Iva al canone Rai.
Ora come scritto sopra, tale situazione non è sostenibile e in più occasioni i commercialisti attraverso il loro ordine nonché tutti gli altri professionisti, già da diverso tempo avevano chiesto alle autorità fiscali di posticipare tale momento in modo tale da vere più tempo per affrontare questo periodo caldo nell’interesse dei clienti contribuenti. Ma purtroppo è arrivato il diniego del Ministero delle Finanze che ha gelato le speranze dei professionisti. “Di fronte alle ripetute e più che motivate richieste di proroga dei versamenti del 20 luglio avanzate dai commercialisti, il Governo ha opposto un no che sembra al momento irrevocabile, oltre che incomprensibile”, affermano in una nota congiunta il Consiglio nazionale e tutte le sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdec, Unico). “Non era l’esito al quale volevamo arrivare, ma a questo punto diventa per noi inevitabile valutare concrete azioni di protesta della categoria, tra le quali non escludiamo lo sciopero”.
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I commercialisti ribadiscono la richiesta al governo di riaprire i termini di versamento senza sanzioni fino al 30 settembre, ” come già avrebbe dovuto fare”. “In questi ultimi giorni – scrivono – abbiamo più volte reiterato il nostro accorato appello per una proroga dei versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e dell’IRAP 2020, in scadenza il 20 luglio. Una richiesta di assoluto buonsenso. Gli adempimenti straordinari legati alla emergenza coronavirus e le limitazioni lavorative per dipendenti e collaboratori degli studi professionali derivanti dalle misure anti-contagio hanno sottratto il tempo necessario per la predisposizione delle dichiarazioni e per determinare gli importi dei versamenti del 20 luglio. I nostri studi sono pertanto in una situazione di grande difficoltà che è colpevole ignorare e che si somma alle gigantesche difficoltà economiche che sta vivendo il Paese”.
Michele Minardi