Dalle cosce di maiale danesi all’uva indiana, siamo invasi dal falso Made in Italy. Al via la raccolta per ottenere 1 milione di firme per l’etichetta d’origine in tutta Europa.

Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti Made in Italy che invadono il nostro mercato. Ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta, diritto dei cittadini europei. Ci dicevano che non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come gli anni passati, ma i fatti dicono il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l’obbligo di origine a livello europeo. Siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”.

Più che un discorso, un proclama, quello di Mauro Bianco, presidente Coldiretti Alessandria. Col direttore Roberto Bianco e centinaia di agricoltori della provincia, ha invaso il Brennero con altri 10.000 agricoltori Coldiretti, uniti a difesa del Made in Italy sotto attacco, per dire #nofakeinitaly, basta ai cibi importati e camuffati come italiani, per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.

Il Fake in Italy

Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti, con il supporto delle forze dell’ordine, sui tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero.
Pistacchi turchi e iraniani, carote dall’Egitto, fagioli all’occhio del Madagascar e dal Bangladesh con Chlorpirifos, sostanza bandita in Ue perché sospettata di danneggiare il cervello dei bambini.
Occhio alla salmonella nelle carni di pollo e tacchino da Polonia, Olanda e Spagna, ma anche nelle cosce di rana turche e cinesi.
E nel riso del Pakistan ci sono aflatossine e pesticidi vietati. Ma il maggior numero di segnalazioni riguarda il pesce. 

La campagna

Si potrà firmare in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

Nell’ultimo anno è scoppiato in Italia più di un allarme al giorno: 422 allerta riguardanti prodotti stranieri per la presenza di residui di pesticidi vietati in Italia, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti, in aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno. E in 6 casi su 10 sono prodotti di paesi Extra Ue. Sono dati Rasff elaborati da Coldiretti al 1° aprile 2024, diffusi in occasione della mobilitazione del Brennero. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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