Sicuramente alla base di un rapporto di lavoro domestico ci deve essere assoluta fiducia tra il lavoratore e il datore di lavoro perché tocca l’ambito familiare, il lavoratore domestico ha cura della nostra casa e dei nostri familiari, quindi il lato e gli affetti più privati delle persone. Come ogni rapporto lavorativo, anche quello domestico può arrivare alla sua conclusione. Vediamo insieme i 4 motivi che possono condurre alla cessazione: termine naturale del contratto; licenziamento; dimissioni; decesso del datore di lavoro.
Oggi analizzeremo più approfonditamente la cessazione del contratto in seguito alla sua naturale conclusione, quindi se il rapporto di lavoro è a tempo determinato già dal suo inizio, le parti stabiliscono la data di fine, allo scadere della quale il rapporto di lavoro cesserà automaticamente. In questo caso nessuna delle parti è tenuta a dare preavviso all’altra proprio perché la data di cessazione è già stata fissata agli albori. Se il datore di lavoro pone fine al contratto prima della sua scadenza dovrà corrispondere al lavoratore un importo pari alla retribuzione che avrebbe percepito fino alla naturale scadenza del contratto. Se a concludere anticipatamente il rapporto è il lavoratore, questo ultimo dovrà corrispondere al datore una somma che equivale all’indennità di mancato preavviso. Al lavoratore domestico spetta la disoccupazione se ha maturato almeno 13 settimane di contributi Inps negli ultimi 4 anni, oppure se ha lavorato per almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi precedenti lo stato di disoccupazione.