Ethereum diventa ecologica

Ethereum è una piattaforma decentralizzata basata sulla tecnologia blockchain, una sorta di grande computer virtuale, che è in grado di eseguire delle applicazioni.
Il cuore pulsante e la principale differenza con la blockchain di Bitcoin, è proprio la programmabilità di queste applicazioni, chiamate smart contracts (contratti intelligenti).

Una delle accuse più gravi che è stata portata avanti per anni dai detrattori di Bitcoin e del mondo delle criptovalute in generale, riguarda l’eccessivo consumo energetico e l’impatto negativo che questo mondo ha sull’ambiente.
Un importante passo in questo senso è stato completato in questi giorni con il famoso Merge di Ethereum.
Il Merge, o fusione in italiano, è il tassello finale del processo mediante il quale la blockchain Ethereum è passata dal protocollo Proof of Work (PoW), dove la creazione di nuovi token, cioè la moneta della blockchain,  dipende dai “ miner” (coloro che creano i token) e dai loro computer, al protocollo Proof of Stake (PoS).
Nel Pos, i miner vengono sostituiti dai validatori, in sostanza un gruppo di persone che possiede un determinato numero di token ETH (nello specifico 32, equivalenti a circa 46 mila dollari) e che mantenendole nel portafoglio virtuale, senza venderle, ha diritto a “validare” tutti i trasferimenti di moneta.
Questo processo ha innumerevoli vantaggi:

1) Riduzione del consumo dell’energia elettrica e del consumo dei componenti principali dei computer, per renderli sempre performanti come le schede grafiche, con conseguente problema di smaltimento rifiuti venivano spesso sostituiti; infatti dovendo lasciare i computer accesi a lavorare giorno e notte, i componenti dovevano essere cambiati di frequente, con conseguenze sullo smaltimento.

2) Transazioni più rapide e netto calo delle commissioni per trasferire ETH, da sempre il tallone d’Achille di Ethereum, in quanto utilizzando la blockchain, capitavano situazioni come la seguente: un articolo A costa 5€, si procede al pagamento e il costo di transazione è 30€, il prodotto A si è pagato quindi 35€, ovviamente un costo troppo altro e che penalizzava l’utilizzo della blockchain Ethereum.

3) Riduzione del numero dei token (moneta) in circolazione: in questo modo si renderà il token ETH, deflazionistico, con un conseguente incremento del valore nel tempo.

Un passo importante nel mondo della criptovalute, atteso da molti e dopo innumerevoli test, portato finalmente a compimento dopo ben due anni di sviluppo.
Per chi non avesse ancora capito la portata del cambiamento di protocollo per Ethereum, è come se fosse stato sostituito il motore termico di una macchina, con uno elettrico senza fermare però il motore.

Andrea Coslovi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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