Da diversi giorni ormai si parla di un fatto quasi ineludibile e cioè l’Ok da parte di tutto lo schieramento politico del possibile e prevedibile nuovo scostamento di bilancio che dovrebbe aggirarsi intorno alla importante e significativa cifra di 40 miliardi e confluire nel nuovo DL Sostegni-bis.
Infatti, proprio alcuni giorni fa, c’è stato il via libera in Consiglio dei Ministri anche al Def per tale nuovo e importante documento di programmazione economico-finanziaria per l’anno in corso ma che avrà importanti ripercussione anche sull’anno successivo.
E mentre si discute di questo programma, Il rapporto deficit-pil vola all’11,8% ad un livello difficilmente ipotizzabile l’anno scorso anche presupponendo tinte fosche e poco brillanti per l’andamento economico del nostro Paese. Eppure ci siamo arrivati. Le piccole e medie imprese stanno soffrendo enormemente, moltissime hanno chiuso o vanno avanti con enormi difficoltà e molti posti di lavoro, all’incirca si stima tra le 700,00 mila ed il milione di unità anche secondo gli ultimi dati Istat, sono saltati soprattutto donne e giovani con rapporti di lavoro non stabilizzati ma precari. Queste imprese tra cui numerosi ristoranti, bar, palestre, piscine, teatri, cinema, tra quelli che hanno avuti periodi di chiusura significativi, e che ultimamente sono andati nelle piazze a manifestare la loro rabbia, mostrano il livore verso un mondo politico poco attento alle loro richieste e molte volte sordo alle loro sacrosante rivendicazioni. Ora, questi soggetti, persone reali, non fantasmi, con le loro famiglie, con il loro mondo, chiedono ristori economici per continuare a vivere, per continuare a coltivare un sogno, per sperare di poter resistere a questa crisi tremenda e devastante e cercare di proseguire nel mantenere vivo e integro il loro desiderio di essere impresa e appartenere ad una categoria quella dei lavoratori autonomi, del mondo delle imprese, delle professioni.
Dunque metabolizzato il fatto che ormai c’è l’ok a questo nuovo scostamento di bilancio, questi 40 miliardi di maggior indebitamento saranno appunto utilizzati per tale e importante strumento di aiuto alle categorie che più hanno sofferto per questa chiusura forzata delle attività, un nuovo provvedimento di sostegno alle imprese e all’economia.
Naturalmente c’è il rovescio della medaglia per questa situazione così disastrosa, da una parte gli aiuti alle imprese e alle famiglie, dall’altra un ammontare del debito che cresce a dismisura.
La parola d’ordine, dunque, è attenzione al debito. “L’auspicio del governo – sottolinea il ministro dell’Economia Daniele Franco nella premessa del Def – è che, grazie ad andamenti epidemici ed economici sempre più positivi nei prossimi mesi, questo sia l’ultimo intervento di tale portata”.
Vediamo in breve sintesi i provvedimenti economici che hanno riguardato e interessato le imprese e le famiglie italiane nel loro complesso. Fino ad oggi gli interventi di aiuto sono stati all’incirca una decina. Dal decreto legge ‘Cura Italia’, passando per ‘Rilancio’, ‘Agosto’ ‘Liquidità’, ‘Ristori’ ‘Sostegni’. E ora arriva il turno del ‘Sostegni-bis’. Sale a 10 il totale dei provvedimenti che contengono le misure per far fronte all’emergenza economica e sanitaria provocata da questo coronavirus, per una spesa extra complessiva di oltre 180 miliardi di euro. Lo scostamento di bilancio approvato il 15 aprile scorso è il secondo intervento del 2021, dopo gli 8 dello scorso anno e del primo chiesto dal governo guidato da Mario Draghi. Risorse destinate a finanziare il decreto Sostegni Bis (circa 35 miliardi) e un fondo ad hoc per le opere escluse dal Recovery fund per questioni di budget o di ‘calendario’. Allo studio per il nuovo decreto una tranche di ristori pari a circa 22 miliardi per due mesi sulla base delle perdite subite: le restanti risorse andrebbero agli interventi per la liquidità delle imprese come la proroga delle moratorie sui prestiti introdotta con i decreti anti-Covid dell’anno scorso e possibilmente anche l’allungamento per il rimborso dei prestiti oltre i 6 anni attualmente previsti.
Ristori alle imprese
Incentivi ai contratti a termine, Smart Working, una ulteriore moratoria suoi mutui ecco cosa prepara il Governo Draghi a sostegno di imprese e lavoratori per uscire dall’emergenza COVID.
Questo decreto per ora denominato Sostegni Bis è già in preparazione da parte del Governo (forse con il nome di Decreto Imprese) con una spesa prevista di circa 40 miliardi. Tutte le forze di maggioranza sembrano d’accordo nel prevedere nuove e ingenti misure di aiuti a imprese e lavoratori in vista della possibile uscita dalla fase più dura della pandemia per mettere l’economia in grado di cogliere tutte le nuove possibili opportunità per ripartire. Secondo qualche voce di corridoio o meglio su qualche indiscrezione filtrata relativamente ai progetti allo studio dei tecnici del Governo, tali linee di intervento potrebbero interessare in particolare nuove misure fiscali e per il lavoro, che non si possono più derogare e posticipare.
Per le piccole e medie imprese si parla di incentivi per i contratti a termine; cosa vuol dire? Già si parla da giorni e appare ormai quasi certo il ricorso ad agevolazioni che favoriscano le assunzioni ma soprattutto in particolare i contratti di lavoro a tempo determinato. Si pensa a potenziare gli incentivi contributivi già messi in campo con la legge di bilancio 2021. Le ipotesi allo studio prevedono di incentivare tutti i contratti a tempo della durata di almeno 1 o 2 anni quando coinvolgono soprattutto disoccupati, lavoratori in Cig o beneficiari del Rdc, senza limiti di età. Lo sgravio contributivo per i datori di lavoro potrebbe ammontare a 4mila euro. A queste misure sembra vadano destinati almeno 1 miliardo di euro. Poi si dovrebbero rivedere le norme del decreto Dignità ampliando il periodo massimo di durata dei contratti a termine, oggi fissata a 24 mesi, e portarlo fino a 36 mesi, prorogando la deroga all’obbligo di indicare la causale. La sottosegretaria al lavoro Nisini chiede anche l’eliminazione del contributo addizionale sui contratti a tempo determinato.
Modalità di lavoro denominata Smart working
Si pensa di prorogare ancora questa modalità di lavoro da casa almeno fino al 30 settembre 2021 e dare la possibilità alle aziende di ricorrere a questo strumento con modalità semplificate cioè senza accordo scritto individuale con il lavoratore.
Nuova proroga della Moratoria sui Mutui casa
Con molta probabilità viene concessa un’ulteriore proroga della possibilità di accedere al fondo Gasparrini per i mutui sulla prima casa anche per dipendenti e partite Iva. L’ampliamento era stato previsto dal Decreto Cura Italia 18-2020 e Liquidita 23-2020 e scaduto lo scorso dicembre senza ulteriore proroga. La misura prevedeva un innalzamento della soglia a 400 mila euro e l’accesso anche ai lavoratori dipendenti beneficiari di ammortizzatori sociali per almeno 30 giorni e ai professionisti e ai lavoratori autonomi, con riduzioni del fatturato superiori al 33% rispetto al 2019. Sulla moratoria mutui imprese, lo scorso anno lo stato aveva stanziato a questo fine circa 400 milioni. ma non si conoscono le previsioni per quest’anno, dato che le chiusure per lockdown sono state un po’ meno uniformi e non è ancora stata decisa la durata dell’agevolazione. La scadenza potrebbe essere il 31 dicembre 2021.
Michele Minardi