Con l’entrata in vigore, il 18 gennaio prossimo, dei dazi europei per tre anni sul riso Indica lavorato e semilavorato proveniente da Cambogia e Birmania, la Cia di Alessandria esprime grande soddisfazione per il passaggio storico a tutela delle produzioni italiane. L’Organizzazione si è spesa a tutti i livelli Istituzionali in questa battaglia, e anche la provincia di Alessandria, per l’area del Casalese, è fortemente coinvolta.
“I produttori risicoli della Cia di Casale – dichiara Germano Patrucco, vicedirettore provinciale – con soddisfazione hanno preso atto della decisione della Commissione Ue che ha finalmente dato ragione ai produttori italiani rispetto al danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania. Per un periodo di tre anni, prorogabile, sarà attivata la clausola di salvaguardia con l’imposizione di un dazio di 175 euro a tonnellata nel primo anno, 150 nel secondo e 125 nel terzo“.
L’Organizzazione ricorda che siamo arrivati a questa decisione dopo un lungo periodo di crisi che ha portato alla chiusura di molte aziende ad indirizzo risicolo del nostro territorio, in quanto i prezzi non coprivano più i costi di produzione, tutto ciò dovuto al regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevedeva la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero. Per questo già anni fa con Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania era stato chiesto alla Commissione di attivare la clausola di salvaguardia.
“E’ stato un successo importante per l’intero settore – conclude Patrucco – che ha visto la Cia fortemente impegnata, in mobilitazione, proteste e proposte assieme alle Istituzioni del nostro Paese, che hanno unito le forze per raggiungere questo obiettivo. Da domani il lavoro continua, è necessario puntare ancora di più sulla qualità, sulla promozione del prodotto e del territorio e sulla trasparenza in etichetta“.
Alcuni dati: nel corso degli ultimi 5 anni il consumo comunitario di riso è aumentato del 5% e le importazioni di riso lavorato dalla Cambogia sono aumentate del 171%. Oltre a ciò nello stesso periodo le vendite di riso Indica coltivato nell’UE sono calate del 37%, da 676.900 a 427.904 tonnellate. Il calo verificato è stato del 18% delle quote di mercato detenute dagli operatori dell’UE con prodotto comunitario dal 46% al 28%. La superficie investita a riso Indica nell’UE è calata del 40%, da 158.000 a 92.000 ettari, così come è calata del 39% la produzione di risone. I prezzi del riso Indica importato dalla Cambogia (€488,58 per tonnellata nella campagna 2016/17) si collocano ben al di sotto del prezzo, circa il 30% in meno, praticabile dagli operatori comunitari. Come conseguenza di quanto sopra i risicoltori dell’UE hanno ridotto la superficie investita a riso Indica ed aumentato quella investita a riso Japonica creando un eccesso di offerta che ha determinato ripercussioni a livello di prezzo anche su questo comparto (mediamente del 30% con punte del 60%).