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ROMA (ITALPRESS) – Il volume d’acqua prelevato in Italia per uso potabile supera i 9 miliardi di metri cubi l’anno, ma il volume effettivamente erogato corrisponde alla metà, principalmente a causa delle perdite nel trattamento di potabilizzazione e dell’inefficienza della distribuzione, in cui si spreca circa il 40% del quantitativo immesso in rete. È quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti. Il sistema di prelievo e trattamento delle acque in Italia, specifica la Corte, si fonda su una governance multilivello e sul Servizio idrico integrato con alcuni ambiti territoriali, gestiti in economia e caratterizzati da una bassa capacità di investimento. A fronte di un fabbisogno stimato di 6 miliardi di euro annui, i giudici contabili rilevano che le entrate non superano i 4 miliardi, con una previsione delle spese correnti peraltro fortemente aleatoria, poiché formata per circa 1/3 dal costo dell’energia elettrica. Dei 5,3 miliardi di euro riferiti ai 628 interventi in corso, 3,7 sono ascrivibili al PNRR, soprattutto per investimenti sulla sicurezza dell’approvvigionamento idrico e sulla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione./gtr

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