La chiamano ‘Lingua blu’ (blue tongue) ed è la febbre catarrale degli ovini, malattia infettiva non contagiosa. Il nome deriva dal fatto che, nei casi più gravi, la lingua ingrossata e cianotica fuoriesce dalla bocca.
A tale proposito Cia Piemonte chiede alla Regione di farsi carico di un piano vaccinale contro la Blue Tongue, varando un programma di protezione per le importazioni di capi da altre Regioni italiane o Stati europei. L’alto tasso di mortalità che si sta riscontrando negli allevamenti ovini, che in alcuni casi ha raggiunto il 30% o il 40% della stalla, richiede interventi urgenti ed efficaci. Al momento, le somministrazioni agli animali sono totalmente a carico degli allevatori e il vaccino è difficile da trovare, così come i prodotti per i trattamenti repellenti, per cui i costi hanno raggiunto livelli insostenibili.
Lo ha spiegato il presidente regionale Cia Piemonte Gabriele Carenini, all’uscita del Tavolo Verde convocato al Palazzo della Regione sull’insorgenza di importanti focolai di Blue Tongue che stanno mettendo a rischio il patrimonio ovino piemontese e anche quello bovino.
Oltre al danno, potrebbe aggiungersi la beffa per le aziende che hanno aderito alle misure di pagamento diretto, in quanto il mancato rispetto degli impegni sottoscritti nei diversi atti amministrativi, o l’impossibilità di sostituire i capi deceduti, potrebbe comportare il dei pagamenti dei premi e ulteriori penalità. Cia Piemonte ha chiesto che, sino ad emergenza conclusa, gli allevatori non siano penalizzati per inadempienze causate dalla Blue Tongue.