I fondi comuni
In queste ultime settimane, dove la volatilità sui mercati è stata elevatissima, abbiamo sentito di fondi che hanno avuto rendimenti a tre cifre tra speculazioni e ricoperture: ma cosa sono questi fondi?
Si tratta di società di gestione del risparmio (sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o, per alcuni di essi, in immobili.
Sono suddivisi in tante parti unitarie, dette quote (come nelle azioni), che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti.
Questi fondi sono gestiti da specialisti capaci di muoversi a occhi chiusi sull’ottovolante dei mercati e grazie alle loro capacità, le principali major mondiali stanno macinando miliardi di profitti anche grazie alle differenze di prezzo.
Accanto alla forma tradizionale, Sgr/fondo comune, la stessa attività di investimento può essere svolta dalle società di investimento a capitale variabile (Sicav) o a capitale fisso (Sicaf).
La differenza è netta perchè il fondo comune è un patrimonio a sé stante (ovvero staccato dal patrimonio della società), mentre le Sicav e Sicaf invece sono vere e proprie società di cui tu e gli altri sottoscrittori, diventate soci con tutti i relativi diritti e doveri.
I fondi tradizionali possono essere:
– Aperti, consentono di sottoscrivere quote (o chiederne il rimborso) in qualsiasi momento. Questi fondi investono normalmente in attività finanziarie quotate.
– Chiusi, consentono di sottoscrivere quote solo nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l’operatività vera e propria e le rimborsano di norma solo alla scadenza del fondo. Ai fondi chiusi sono riservati investimenti poco liquidi e di lungo periodo (immobili, crediti, società non quotate).
Oltre ai fondi tradizionali ci sono anche dei fondi alternativi, cioè tutti quei fondi che differiscono dagli investimenti tradizionali e si distinguono in base a complessità, liquidità, disciplina applicabile e modalità di gestione del fondo. Per loro natura sono quindi destinati principalmente ad investitori professionali. Ne esistono diverse tipologie, quali ad esempio gli hedge fund (fondi che utilizzano particolari strategie di copertura, senza vincoli riguardanti l’oggetto dell’investimento), i private equity fund (fondi che investono in piccole-medie imprese con l’obiettivo di sostenerne lo sviluppo soprattutto durante i periodi importanti del loro ciclo di vita) e i venture capital fund (fondi che investono in piccole-medie imprese con elevato potenziale di sviluppo).
La gestione del portafoglio da parte di questi professionisti può essere utile sia per persone che sono alle prime armi ma anche per investitori con esperienza che però non hanno il tempo di seguire l’andamento dei mercati.
Ovviamente, poiché il lavoro e la competenza si pagano, spesso i gestori dei fondi si prendono una percentuale importante sul capitale gestito, senza però garantirti un profitto minimo.
Andrea Coslovi