Riceviamo e pubblichiamo:
“Tutti assunti gli aspiranti che hanno presentato domanda nella classe di concorso A019 discipline giuridiche ed economiche. Non è uno slogan, ma una costatazione di fatto, leggendo i dati statistici relativi ai contenuti dell’area di potenziamento disciplinare. Le scuole che non potenzieranno non saranno al passo con i tempi e rischieranno di non cogliere l’importanza di dotarsi di personale qualificato e specializzato da utilizzare per rafforzare temi fondamentali per la crescita e la formazione delle future generazioni. In questi giorni, abbiamo ribadito la rilevanza della legalità all’interno del sistema istruzione; oggi vogliamo soffermarci brevemente sull’importanza di alcuni temi inseriti nell’area di competenza giuridica – economica dalla circolare ministeriale n. 30549.
La prevenzione e il contrasto della dispersione scolastica. Dall’indagine conoscitiva svolta dalla commissione cultura della camera e dal dossier sull’abbandono scolastico 2014 sappiamo che l’Italia è ancora maglia nera nel sistema Ue: uno studente su tre non porta a termine i propri studi. Con il tasso del 17%, ci poniamo di ben 5 punti percentuali al di sopra della media degli stati aderenti all’Unione Europea. Dato, che, secondo il dossier elaborato da Tuttoscuola, salirebbe al 27,3%. Basta sfogliare tale studio e risaltano alcuni valori: 2 milioni e 900 mila studenti iscritti e mai diplomati negli ultimi 15 anni nella scuola secondaria statale, vittime di un fallimento formativo; 167 mila studenti dispersi nell’ultimo quinquennio nel percorso verso la maturità; 35% di dispersione nelle isole; 23,3% di dispersione nella provincia di Alessandria; 37% di dispersione negli istituti professionali; 68 mila studenti dispersi al primo anno delle superiori; 91 mila studenti dispersi dopo il biennio iniziale; metà si disperde già dopo il primo biennio; 32,6 miliardi di euro è il costo sociale dei Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano, non fanno formazione. Una vera e propria emergenza sociale, un’emorragia drammatica che indebolisce il nostro sistema socio-economico.
Bullismo. Il fenomeno in Italia secondo i dati del Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro interesserebbe il 35% dei ragazzi. Uno su tre degli episodi si è svolto a scuola. I valori nel corso degli anni segnalano un trend in aumento. Non intervenire su tale tema significa favorire la violenza e la criminalità con ricadute negative sull’intero sistema socio-economico.
Sistema orientamento. Il Governo ha stanziato, a partire dal 2016, 100 milioni di euro per finanziare le attività di alternanza scuola – lavoro. Tali attività (stage, tirocini e didattica di laboratorio), previste e rafforzate dalla nuova legge scolastica 107, interessano sia istituti tecnico- professionali sia i licei. La formazione on the job farà parte integrante del curriculum dello studente e valutato all’interno dell’esame di stato. Tra le raccomandazioni fatte dal Miur alle scuole, vi è quella di potenziare il sistema dell’orientamento in modo da accompagnare i ragazzi dal primo anno di scuola superiore lungo tutta l’esperienza didattica che li aspetta. Tutto ciò risulta fondamentale specialmente nei licei in cui determinate conoscenze non sono attualmente trasmesse.
Diritto allo studio per soggetti con bisogni educativi speciali. Secondo i valori forniti nell’iniziativa Handimatica a Bologna, tale problematica interesserebbe circa un milione di studenti, di cui 250 disabili. 7.215 studenti BES si registrano nella scuola media – superiore nel solo Veneto all’inizio del 2015. Un dato allarmante a cui bisogna dare risposta.
Autoimprenditorialità. E’ una delle raccomandazioni fatte dall’Unione europea all’Italia in tema di scuola. Tale indicazione sottolinea l’importanza strategica di integrare maggiormente il sistema dell’istruzione con l’educazione terziaria. In una società in continua evoluzione, diventa prioritario fornire agli studenti conoscenze, metodologie e strumenti per progettare e attuare un’idea imprenditoriale.
Alla luce dei dati e delle indicazioni proposti, riteniamo importantissimo per ogni scuola aderire alle esigenze odierne e contrastare l’emarginazione sociale, la criminalità, la discriminazione. Siamo, inoltre, convinti che le 5400 domande siano addirittura insufficienti per dare un’appropriata risposta alle problematiche esposte. In conclusione, c’è un’affermazione di Don Milani, in merito alla dispersione scolastica, che ci piace ricordare: “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.” Sta adesso alla competenza dei dirigenti scolastici e della classe docente potenziare l’organico in modo da curare adeguatamente il “malato” e incrementare in ogni giovane le conoscenze, le competenze e le professionalità. Questa è la Buona scuola. D’altronde in tale direzione, qualche anno fa, si proponeva la dichiarazione Gravissimum educationis del Concilio Vaticano II: “Tutti gli uomini di qualunque razza, condizione ed età, in forza della loro dignità di persona, hanno il diritto inalienabile a una educazione che risponda al proprio fine, convenga alla propria indole, alla differenza di sesso, alla cultura e alle tradizioni del loro Paese, e insieme aperta a una fraterna convivenza con gli altri popoli al fine di garantire la vera unità e la vera pace sulla terra”.
Prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani