Così si è espresso il Segretario Generale del COISP (coordinamento indipendenza sindacale polizia), Domenico Pianese, durante la trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ di Radio Cusano Campus:
“Se parliamo di una manifestazione con preavviso da parte degli organizzatori, allora la Questura, insieme alla Prefettura, concordano con essi il percorso da effettuare, le modalità, gli orari, il numero dei partecipanti, se qualcuno parlerà, quali sono i temi e gli obiettivi della manifestazione. Si organizzano percorso e servizi per mettere in sicurezza i cittadini che vivono ‘ordinariamente’ quella porzione di città dove si terrà la manifestazione. Allo stesso tempo si procede a tutelare e verificare che la manifestazione e i manifestanti possano esercitare il loro legittimo diritto a manifestare. Questo è il rispetto delle regole”
Poi Pianese continua: “Altra cosa sono le manifestazioni per le quali gli organizzatori non danno preavviso alle autorità, Prefetto e Questore, e decidono arbitrariamente dove incontrarsi e quale percorso fare, in barba a quelle che sono le prescrizioni della autorità di pubblica sicurezza. A Pisa ci siamo trovati in una situazione del genere”.
E già questo depone a favore dei poliziotti, perché se qualcuno fa le cose di nascosto, sbaglia sapendo di sbagliare.
Il sindacalista dei poliziotti continua, spiegando le motivazioni del divieto ai manifestanti di passare in quella precisa piazza: “Erano motivazioni di ordine pubblico e di sicurezza, per difendere e proteggere alcuni obiettivi sensibili che vengono individuati in vario modo: consolati, ambasciate, edifici religiosi, in alcuni casi anche istituti bancari”.
A questo punto i conduttori radiofonici chiedono se sia stata gestita in modo giusto o no la carica di alleggerimento. Leggiamo la risposta: “Spiego cosa è accaduto dal punto di vista tecnico. A questi ragazzi, prima di arrivare a contatto col cordone che sbarrava l’accesso alla piazza, è stato detto più volte di arretrare e che da quella parte non potevano passare, in considerazione del fatto che il percorso non era stato concordato né con la Prefettura né con la Questura. Ma il corteo ha deciso di entrare a contatto e di iniziare a lanciare invettive”.
Solita storia. Vanno lì per quello.
Il racconto di Pianese prosegue: “Ci sono altri filmati, anche sui social, da cui si evince che prima della carica i manifestanti ne dicono di ogni agli agenti che sono lì schierati, tirando calci per cercare di sfondare il cordone. A quel punto il responsabile dell’ordine pubblico ha dato disposizioni, per gli operatori schiacciati tra il blindato alle spalle e i manifestanti, di effettuare una carica di alleggerimento, per ristabilire una distanza di sicurezza, una zona cuscinetto tra manifestanti e forze di polizia. La carica è avanzata di circa 8-10 metri, poi si è fermata perché è stato ristabilito quanto si doveva. I ragazzi sanguinanti sono espressione del rischio che si corre quando si fanno delle manifestazioni non preavvisate”.
Ma che significa ‘carica di allegerimento?’ è stato chiesto. Ecco la risposta: “La carica di alleggerimento ha un inizio e una fine, quando si ristabilisce una distanza opportuna tra manifestanti e il cordone di polizia. Il blindato che ha chiuso la strada non è stato un errore, ma è esattamente il contrario. Si mette in quella posizione per dare un segnale concreto, facilmente visibile ai manifestanti, che da quella parte non possono passare. Il problema è che i manifestanti, nonostante gli inviti dei poliziotti ad arretrare, hanno tentato di sfondare il cordone con calci e pugni. Diversamente non ci sarebbe stata alcuna necessità di fare la carica”.
Ma usare gli idranti no?
E ora i commenti sulle parole di Mattarella: “Le condividiamo in pieno. L’uso dei manganelli è un fallimento per tutti. Ma bisogna dare le giuste proporzioni a questo richiamo: per le nostre forze di polizia l’uso del manganello c’è solo in casi estremamente necessari ed eccezionali”.
Quanto alle posizioni dei partiti politici, Pianese ha spiegato: “Faccio il poliziotto da 33 anni, ne ho viste di ogni colore. Il gioco di alcuni partiti politici lo conosciamo bene: siamo abituati a quello che sta accadendo e ci dispiace. Ma accusare le forze di polizia di essere manganellatori, fascisti, aggressori di chiunque, è anche demotivante per gli appartenenti alle forze dell’ordine. Noi non andiamo in piazza con l’ambizione di manganellare qualcuno: i nostri colleghi sono padri e madri di famiglia, in alcuni casi ragazzi. L’obiettivo per noi è tornare incolumi a casa. Faccio appello a tutte le forze politiche, perché noi ogni anno portiamo a casa più di 2.000 agenti feriti dalle manifestazioni. Vorrei lo stesso rispetto e la stessa attenzione per coloro che rappresentano lo Stato ma che nessuno difende” .
Poi certi politici, davanti ai filmati, dicono “…era una manifestazione pacifica…”. Certo.