Il vello delle pecore, dopo la tosatura, viene raccolto dagli allevatori, stoccato e inviato a un consorzio biellese.
C’è un esercito di pecore, circa 120.000 in Piemonte, che stanno cambiando look con la tosatura, pronte per salire ripulite e fresche alle località d’alpeggio.
Il problema, sempre più pressante negli ultimi anni, riguarda la destinazione del vello ovino. Sono migliaia di quintali di lana “sucida”, cioè impregnata di sostanze grasse e altre impurità, che oggi in Italia non ha più mercato e va quindi smaltita.
Del problema si è fatto carico l’assessorato agricoltura della Regione Piemonte che nel 2022 ha dato vita, d’intesa con l’associazione degli allevatori di pecore (Arap), a un progetto per lo stoccaggio e lo smaltimento della lana tosata.
Iniziativa pilota
Definita “Progetto Pura Lana Piemontese”, ha preso avvio con la collaborazione del Consorzio “Biella The Wool Company” fondato e presieduto da Nigel Thompson, inglese di Bradford, che dagli anni ‘80 si è trasferito nel biellese per lavorare e commercializzare la lana.
La lana, ammassata in balle e sistemata in sacchi che vanno dai 100 ai 400 kg, viene stoccata in due magazzini, uno a Pinerolo l’altro a San Chiaffredo di Busca. Di qui partono i camion verso il Consorzio “Biella The Wool Company” che ha sede nel comune di Miagliano (BI). Alla fine del progetto ci sarà un lavaggio attrezzato per trasformare la lana sucida in semi-manufatti o prodotti finiti, garantiti dal marchio del Consorzio.
Il commento
È quello di Elia Dalmasso, presidente degli allevatori Arap: “Siamo soddisfatti per l’evoluzione del progetto, che supporta i nostri allevatori impegnati nel recupero di razze ovine a rischio di estinzione, e pone le basi per garantire a tutti il ritiro della lana, liberando spazi negli allevamenti, in un’ottica di economia circolare concreta”.