Grazie alla battaglia della Coldiretti è stato sollevato il velo su un business che si stava realizzando sotto traccia. Bisogna smantellare le bugie sul cibo sintetico e mettere all’angolo le fake-news dell’ambientalismo più spinto, valorizzando il lavoro degli allevatori.

A questo punto la Ue è chiamata a un ragionamento più profondo, così come l’Efsa. Coldiretti vuole che Bruxelles dica con chiarezza se intende trattare questi prodotti come novel food o come farmaci con un iter di approvazione più lungo. Ed è ovviamente quest’ultima la linea che Coldiretti porta avanti.

Ed è ciò che chiedono i consumatori. Quasi 3 italiani su 4 (74%) dicono no al cibo artificiale prodotto in laboratorio, dalla carne al latte fino al pesce che gruppi di potere finanziario e multinazionali stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana.

Il dato è emerso dall’Indagine Coldiretti/Notosondaggi, in occasione dell’avvio alla Camera dell’esame del disegno di legge del Governo, già approvato con modifiche dal Senato, che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.

I commenti

Il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco racconta così la cosa: “Abbiamo acceso i riflettori su una questione delicatissima, da cui dipende il futuro dell’economia italiana e della democrazia a livello planetario. Accentrare nelle mani di pochi la gestione del cibo porterebbe a uno stravolgimento geopolitico: il cibo è strategico, chi lo detiene governa il mondo. L’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente”.

Il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco entra nel dettaglio: “Per il tipo di processo e per gli ingredienti utilizzati, vanno applicate le autorizzazioni previste per i medicinali, che necessitano di prove sperimentali di almeno 10 anni. Esistono rischi che riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica, oltre ad una particolare attenzione all’uso di ‘fattori della crescita’ e ‘ormoni’ usati nei bioreattori, vietati però negli allevamenti europei da oltre 40 anni”.

I limiti

Non è un caso che in Paesi dove è consentita la vendita, come Israele, prima del consumo venga chiesta la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. E pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner e colleghi dell’Università della California a Davis, hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica, definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni kg prodotto, è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.

Esempio di carne sintetica da laboratorio

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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